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Poiché non esiste niente di simile nell'esperienza umana, e non esiste il suo opposto nel cosmo tutto intero, da cui poterlo differenziare, l'Essere Assoluto rimane totalmente incomprensibile all'intelletto umano.
16.28.2.42E’ l’argomento di cui vale di più la pena di scrivere eppure quello meno compreso. Chiunque ne ha raggiunto una comprensione parziale – sarebbe eccessivo domandare di più – ne assume una certa responsabilità. Egli deve comunicare con i suoi compagni.
16.28.2.60La misteriosa Divinità ha fornito un testimone alla sua sacra esistenza, un suo Vicario per mettere in luce la sua segreta sovranità. E quel Testimone e quel Vicario si può trovare, in quanto siede imperituro nel cuore stesso dell'uomo. Esso è in effetti il suo vero sé, la sua anima immortale, il suo Io supremo...
16.28.2.79,Potremo accuratamente raffrontare l’Io supremo con qualsiasi agente catalitico di chimica il quale, immutato in se stesso, attiva altre sostanze con la sua presenza…
16.28.2.81,L'inabilità del piccolo uomo a entrare nella conoscenza del Dio trascendentale non lo condanna all'ignoranza eterna. Poiché Dio, che è presente in tutte le cose, è presente anche in lui. La fiamma si trova ancora nella scintilla. Questa è la sua speranza e la sua opportunità. Così come egli conosce la propria identità personale, così Dio conosce Dio in lui come l'Io supremo. La conoscenza divina va avanti continuamente, che egli sia sveglio o addormentato, che sia un ateo o un santo...
16.28.2.89,L’essenza divina è Inconoscibile da parte dell’intelletto finito, ma conoscibile, in un certo senso, dall’intuizione più profonda. E questo senso può sorgere nell’uomo precedentemente preparato attraverso l’istruzione e la purificazione, oppure attraverso la conoscenza derivante dallo studio e la purificazione, se egli mette da parte i pensieri, anche quelli riguardanti l’essenza, o li lascia estinguere di loro spontanea volontà, e attende la propria auto-rivelazione con pazienza, con reverenza e con amore - tre condizioni di grande importanza.
16.28.2.90La meditazione filosofica gli dimostrerà che la sua esistenza è radicata in quella di un potere superiore, mentre lo studio della filosofia spiegherà alcune delle leggi che governano le sue esperienze dalla nascita alla morte. Ma alla base dell'esistenza e dell'esperienza c'è un ineffabile e incomprensibile Mistero.
16.28.2.96Né i sensi, né l'intelletto possono dirci qualcosa sulla natura intrinseca di questa Mente Infinita. E tuttavia non siamo lasciati nella più totale ignoranza su di essa. Dalla sua manifestazione, il Cosmo, possiamo carpire un barlume della sua Intelligenza. Dalla sua emanazione,l'anima, possiamo carpire più di un barlume della sua benevolenza. Dico “più di un barlume” perchè l'emanazione può essere sentita dentro di noi come nostro stesso essere, mentre la manifestazione è fuori di noi e separata da noi.
16.28.2.97... Il mistero della Mente è un tema su cui l'aspirante non potrà mai riflettere abbastanza: primo per la sua importanza, e secondo per la sua capacità di dipanare la sua spiritualità latente...
16.28.2.100,... Questo è il Principio che rimane per sempre ciò che era e ciò che sarà. E' nell'universo, eppure anche l'universo è dentro di lui. Non subisce evoluzione, è al di fuori del tempo. Non ha forma, poiché è al di fuori dello spazio. E' al di là della consapevolezza dell'uomo, poiché è al di là dei suoi pensieri e delle sue esperienze sensoriali, eppure ogni consapevolezza sgorga misteriosamente da esso...
16.28.2.100,Esiste solo quest'unica Mente. Tutto il resto è uno spettacolo apparente sulla sua superficie. Dimenticare l'io e pensare a quest'infinita realtà senza fine è la forma più elevata di meditazione.
16.28.2.102Primo, ricorda che Egli appare come l'io; poi, ricordati di pensare che tu sei Lui; infine smetti di pensare ad Esso così potrai essere libero dai pensieri per poi essere Lui!
16.28.2.103In un mondo di scene sempre cangianti, di alti e bassi di fortune, salute e relazioni, un bene prezioso è sapere che esiste l’invisibile Verità Immutabile. Ancora più preziosa è la consapevolezza dentro di sé della SUA presenza eterna.
16.28.2.105Nel momento in cui si staglia sulla sua comprensione il fatto che la Mente è senza inizio e imperitura egli ottiene la seconda illuminazione, la prima è l'illusorietà e la transitorietà dell'io.
16.28.2.106Egli avrà fatto parecchia stradadal punto di vista intellettuale quando sarà in grado di comprendere la dichiarazione secondo cui la mente è il ricercatore ma la Mente è quanto viene cercato.
16.28.2.108Colui che pone la sua mente sull’Illimitato invece che sulle piccole parti, che non si occupa delle frazioni ma dell’Intero che assorbe il tutto, ottiene un po’ del Suo Potere.
16.28.2.109Ciò che dobbiamo comprendere è che anche se il nostro apprendimento del Reale è graduale, il Reale è comunque con noi in ogni momento in tutta la sua radiante totalità. La scienza moderna ci ha riempito la testa con la falsa nozione che la realtà è in uno stato di evoluzione, quando invece è solo il nostro concetto mentale della realtà che si trova in uno stato di evoluzione.
16.28.2.110Il pensare, normalmente, produce solo più pensieri. Anche il pensare alla verità, alla realtà, per quanto possa essere corretto, subisce la stessa limitazione. Ma se correttamente istruito, esso saprà qual è il suo posto, e capirà la situazione, come conseguenza al momento opportuno non farà altri sforzi e cercherà di immergersi nella meditazione. Quando l'immersione sarà completata con successo, un sacro silenzio pervaderà la coscienza che rimane. La realtà si rivelerà quindi spontaneamente.
16.28.2.111Il “Vuoto” significa vuoto di tutta l’attività e la produttività della mente. Significa che la mente è stata svuotata delle sue nozioni e immagini, che sono sparite tutte le percezioni del corpo e i concetti del cervello.
16.28.2.115Mastro Huang Po: “La Mente è qui, ora. Ma non appena sorge un qualsiasi pensiero la si perde. E’ come lo spazio… impensabile.”
16.28.2.116Il mentalismo è lo studio della Mente e dei suoi prodotti, i pensieri. Separare i due, svincolarli, è diventare consapevoli della Consapevolezza stessa. Tale risultato non viene grazie a qualche processo di attività mentale, bensì dal suo opposto: la sospensione dell'attività. E non viene come un'altra delle tante idee, ma come una visione interiore vivida, potentemente accattivante.
16.28.2.119La mente nel suo senso più illimitato è la realtà. Un uomo può conoscerla solo attraverso il processo intuitivo di essere la realtà, nello stesso modo in cui conosce il proprio nome, che non è un processo intellettuale ma immediato.
16.28.2.121Coloro che guardano a Dio come guaritore, o come madre, o come padre, o come insegnante stanno ancora cercando Dio dentro all’ego Pensano a Dio solo in relazione a se stessi. Perchè il loro primo interesse è in se stessi. Ma coloro che cercano Dio nel Vuoto, e non in una qualsiasi relazione o qualsiasi immagine o idea, trovano veramente Dio. Quindi essi trovano “ la pace che va oltre la comprensione”.
16.28.2.125La Coscienza è la miglior testimonianza della propria esistenza.
16.28.2.133Quando scompare il pensiero del piccolo io... e Quello che è dietro o di là da esso in totale quiete è l'unico che sia sentito e conosciuto, allora si dice che egli sperimenti “il tocco dell'Intoccabile”, come lo chiamano gli antichi saggi.
16.28.2.137,Se credi di aver avuto l'esperienza ultima, è più probabile che hai avuto un'esperienza emotiva, o mentale, o mistica. L'evento reale non entra nel coscio. Non sai che ha avuto luogo. Scopri che già c'è guardandoti indietro, a ciò che eri e paragonandoti con ciò che sei; quando gli altri la riconoscono in te e richiamano la tua attenzione su di essa; oppure quando una situazione particolare svela il tuo vero stato. E' un fatto permanente, non una breve “occhiata” mistica.
16.28.2.139Questo è quanto ho scoperto: l'io era scomparso; quell'io che il mondo conosceva e che conosceva il mondo non era più lì. Ma una nuova e più divina individualità era apparsa al suo posto, una conoscenza che poteva dire “IO SONO” e che io riconobbi come essere da sempre il mio vero sé. Non era persa, o fusa, o sciolta: era totalmente e vividamente cosciente di essere un punto nella Mente universale e quindi non separata dalla Mente stessa. Solo il sé inferiore, il sé falso, era sparito, ma quella era una perdita per cui essere incommensurabilmente grati.
16.28.2.142,Quando parli di “un’esperienza” implichi che in primo luogo c’è uno sperimentatore e secondo che c’è un oggetto di cui egli fa esperienza. In altre parole ti riferisci al regno della dualità. Può essere elevata, può ispirare o essere inusuale, ma comunque è un evento con un inizio e con una fine; è dentro al tempo, anche se cambia in vario modo il senso del tempo. Non deve essere identificata con il Reale.
16.28.2.143,Il grado finale dell'esperienza interiore, la fase più profonda della contemplazione è quella dove lo sperimentatore stesso scompare, svanisce il meditante, il conoscitore non ha più alcun oggetto da conoscere , nemmeno l'Io supremo, poiché crolla la dualità. Visto che questo grado è oltre la suprema esperienza di “Luce” dove l'Io supremo rivela la sua presenza in una massa accecante, o fiotto, o sfera, o raggio di radianza non terrena che viene vista sia che gli occhi corporei siano aperti o chiusi, viene chiamato divina oscurità.
16.28.2.147In questa strabiliante rivelazione egli scopre di essere egli stesso il ricercatore, l’insegnante e l’obiettivo ricercato.
16.28.2.153
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