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Anche quando condividi la vita, il lavoro e i piaceri di questo mondo, impara a metterti da parte come testimone di tutto questo. Impara ad essere spettatore e nel contempo partecipante; in breve lascia che il distacco accompagni il tuo coinvolgimento, o piuttosto lascia che l'uno si nasconda in segreto dietro all'altro.
15.24.3.1,Ciò che è stato definito “purificazione dell’intelletto, memoria e volontà” in realtà avviene nel profondo dello stato contemplativo. La facoltà pensativa temporaneamente cessa di funzionare, svanisce per un tempo l’identità personale, e la capacità di dirigere i movimenti muscolari del corpo si blocca come in un essere paralizzato. Tali cambiamenti durano solo il tempo delle sue pratiche meditative, e sono responsabili di molta crescita interiore nello spostamento della coscienza dalla natura inferiore al sé superiore...
15.24.3.2,Vi sono due diversi modi di essere distaccati: quello dell’ascetico, che si dissocia dal mondo e cerca di vivere al di fuori delle attività del mondo; e quello del filosofo, che accetta tali attività ma non la dipendenza che normalmente ne deriva.
15.24.3.3Come deve sembrare futile tutto il successo mondano di un uomo che sta morendo! Questo è lo stato mentale che possiamo denominare distacco interiore e che deve essere coltivato dall'aspirante.
15.24.3.5Egli è l’unico in grado di pensare il proprio pensiero, non influenzato da altri, che si è allenato ad entrare nel Non-moto, solo lì dove è in grado di trascendere qualsiasi pensiero.
15.24.3.6La solitudine svanisce totalmente nella Quiete. Egli si trova allora con la potenza dietro all'intero universo, con la Mente dietro tutta la coscienza umana...
15.24.3.14,Una parte del filosofo rimane un osservatore indipendente, intonso, imparziale. Esso nota la natura delle cose ma non permette a se stesso di essere trasportato dalla repulsione delle cose spiacevoli o di perdersi nell’attrazione delle cose piacevoli. Lo stesso vale nella sua esperienza con le persone. Egli si rende ben conto delle loro caratteristiche; ma per quanto possano essere indesiderabili, sbagliate o cattive egli non tenterà di giudicarle. In realtà egli cerca di accettarle esattamente come sono. Ciò è inevitabile, poiché egli è cosciente della loro e della propria comune origine in Dio, quindi pratica incessantemente la benevolenza nei confronti di tutti.
15.24.3.22,La nozione secondo cui le fortune e le disgrazie della vita dovrebbero essere di poca importanza per il filosofo non è corretta. Praticare un calmo distacco non equivale ad ignorare i valori del mondo.
15.24.3.29Egli scoprirà, nel tempo, che questo crescente distacco dalla propria persona si rifletterà in un crescente distacco dalle altre persone. Di conseguenza l’irritazione con i loro errori, i litigi con i loro punti di vista e le interferenze con le loro vite si mostreranno sempre di meno…
15.24.3.30,Chiunque si avvicini a questa scoperta bontà nel suo cuore – potrà forse provare un qualsiasi sentimento verso gli altri che non sia di buona volontà?
15.24.3.41Rivolgere all'istante la mente verso la divinità interiore, quando siamo di fronte a persone discordanti, significa mettere a tacere i pensieri più bruschi e e bandire sentimenti dolorosi. Questo rivolgersi frequentemente verso l'interno non è necessario solo per la crescita spirituale, ma anche per auto-protezione. Qualsiasi cosa o persona intorno a noi ha un potente influsso sulle nostre menti, e questo è il mezzo migliore per distaccarci da questo flusso senza fine di suggestioni.
15.24.3.53Se vuole trattenere questa stupenda calma interiore, egli deve essere vigilante per non accettare dagli altri quelle pressioni che metterebbero su di lui. In altre parole deve essere leale a se stesso, al suo se superiore.
15.24.3.55Una forma di auto-addestramento per aiutarlo ad acquisire il distacco interiore è di praticare il vedere ed ascoltare soltanto quanto è assolutamente necessario di quanto gli sta intorno, per gli scopi, doveri ed attività immediati.
15.24.3.56Il prurito di curiosità che vuol sapere della vita privata degli altri, la voglia di immischiarsi nei loro affari o intromettersi nelle loro vite deve essere soppresso se si vorrà mai trovare la propria pace.
15.24.3.65Essendo la fragilità umana quel che è, la condotta umana non dovrebbe mai sorprenderci o stupirci. Non aspettandoci troppo ci risparmiamo un’innecessaria amarezza e delusione.
15.24.3.73Gesù non rispose quando la malignità e la maledizione gli vennero lanciate addosso; Buddha rimase in silenzio quando vennero pronunciate contro di lui parole di insulto e offesa. Queste grandi anime non vivevano nell'io, e quindi non erano interessate a difenderlo.
15.24.3.79Colui che si è armonizzato con la vita senza ego e si è votato alla vita altruistica troverà che nell'abbandonare quelle motivazioni egoiste che muovono gli uomini in realtà non ha perso niente. Poichè qualsiasi cosa di cui ha veramente bisogno, e quando ne ha veramente bisogno, verrà nelle sue mani. E questo è vero sia che si tratti di qualcosa per lui o per il compimento del servizio a cui si dedica. Per cui una scrittura Persiana recita: “Quando avrai raggiunto questa stazione [l'abbandono di tutti gli attaccamenti mortali] tutto ciò che è il tuo desiderio più elevato sarà realizzato”.
15.24.3.85Dalla sua continua pratica di questo distacco interiore dalle sue azioni e dai loro risultati, dentro di lui si sviluppa un senso di forza e padronanza, una sensazione di contentezza, di pace e di essere a proprio agio.
15.24.3.86La Gita chiede di non preoccuparsi dei risultati di attività, non solo perché questo porta a sentimenti calmi e distaccati come risultato generale, ma anche perché permette a una miglior abilità di tenere la meditazione di continuare ad andare avanti, come tela di fondo dell’attenzione, come risultato speciale.
15.24.3.90Coloro che riescono a portarsi a rinunciare a tutto, riceveranno tutto. Coloro che osano innalzarsi al di sopra delle oscillazioni emozionali troveranno “la pace che passa oltre la comprensione”. Coloro che percepiscono di essere essi stessi gli ostacoli sulla via entro breve tempo percepiranno la verità.
15.24.3.92Se un uomo comprende che la vita è come un sogno e che è fondamentalmente mentale, e come risultato di ciò egli pratica un certo tipo di distacco, discenderà sul suo carattere una calma e una serenità per cui egli non dovrà più nemmeno lavorare, avendo abbastanza tempo.
15.24.3.103Se egli riesce a trascendere se stesso e può elevarsi verso l’indipendenza dagli attaccamenti dell’io, dai desideri e dalle emozioni, lo attende la pace completa.
15.24.3.104Esiste una serenità materiale e una serenità spirituale. La prima deriva dal possesso di soldi, dalle proprietà, dalla posizione e dagli affetti. L'altra viene non da possessi esteriori, ma da quelli interiori. La prima può essere distrutta con un colpo solo; l'altra si riprende subito.
15.24.3.106Può egli distaccarsi dagli aspetti personali della situazione? Può egli rifiutare di essere guidato da esse o di essere influenzato dalle sensazioni del momento? Questa è la sua prova.
15.24.3.113Non solo egli deve rimuovere le impurità, gli errori e le debolezze, che ostruiscono l'entrata del divino o impediscono al divino di stabilirsi, ma egli deve anche, esercitandosi continuamente a rimanere indisturbato dai problemi e imperturbato dalla buona sorte, mantenere mente e cuore sempre calmi in modo che il divino ospite possa rimanere in maniera permanente.
15.24.3.135Se avrai cura a non demoralizzarti troppo quando le cose vanno male, o a non esaltarti troppo quando le cose vanno bene gradualmente otterrai un equilibrio che ti aiuterà in seguito a rimanere sempre in contatto con la Realtà.
15.24.3.138Ci sono elementi sgradevoli nella nostra esperienza di vita come ve ne sono di gradevoli; ma se vogliamo trovare la pace della mente dobbiamo imparare a mettere una riserva dietro a questi sentimenti, a metterci da parte e studiarli, anche nel mezzo degli eventi che li hanno prodotti.
15.24.3.146Un uomo non è necessariamente non spirituale se vive totalmente nel mondo, se si impegna nelle sue attività e apprezza le soddisfazioni che esso gli offre. Soltanto egli dovrà ricordare costantemente chi e che cosa egli è in realtà, e senza mai dimenticare il suo scopo finale.
15.24.3.148Anche se egli dovrebbe dare del suo meglio alla vita esteriore, non dovrebbe dare tutto se stesso ad essa. Da qualche parte nel suo cuore egli deve mantenere un certo riserbo, una indipendenza spirituale. E’ qui, in questo luogo segreto, che il valore supremo dell’Io supremo verrà amato, tenuto caro, a cui egli si arrenderà.
15.24.3.149Quelle attività che appartengono ad una esistenza umana nel mondo possono continuare, e si può non rinunciarvi, anche se esse possono essere modificate o alterate in alcuni aspetti, così come suggerisce l’intuizione. Il suo lavoro, i suoi interessi professionali, familiari e sociali non devono essere abbandonati. Non devono essere messi da parte il suo apprezzamento per l’arte o le sue creazioni. La sua vita intellettuale o culturale può restare. Gli si richiede solo che nessuna di queste cose sia sufficiente a sé, totalmente indifferente al Tutto, allo scopo ultimo e superiore che sta dietro all’incarnazione.
15.24.3.150Per quanto attivo ed indaffarato egli debba essere per adempiere ai suoi compiti nel mondo interiormente la sua mente riposa in perfetta placidità. E’ questo stato ideale che gli permette di rimanere segretamente distaccato ed emotivamente non coinvolto dal mondo. Senza di esso egli sarebbe raggiunto da tentazioni e tribolazioni, ed influenzato da esse come la maggior parte degli esseri umani.
15.24.3.151Non gli viene richiesto di abbandonare le sue aspirazioni sociali, ad esempio, a favore delle sue aspirazioni spirituali, ma di equilibrarle in modo sano…
15.24.3.159,Non c'è niente di male nel contatto giornaliero col mondo, col portare avanti i propri doveri, nell'essere pratici, efficaci, perfino nell'avere successo nella propria professione o attività, nel crescere una famiglia, a condizione che tutto ciò venga fatto rimembrando il potere superiore.
15.24.3.163Noi dobbiamo usare le cose materiali, certo, e non abbandonarle; ma dobbiamo farlo senza attaccamento. Potremmo amare le cose buone della vita come gli altri, ma non dovremmo essere schiavi di questo amore. Dobbiamo essere pronti ad abbandonarle in un attimo, se è necessario. Non sono le cose che ci legano, non il matrimonio, o la ricchezza, o la casa bensì il nostro desiderio ardente di matrimonio, o ricchezza, o casa. E alla fine che cos’è questa brama, se non una linea di pensiero, una serie di immagini mentali?
15.24.3.164Laddove gli altri rimangono impigliati in questo mulinello e si spendono, spendono le loro energie e i loro anni nell’accumulare possedimenti terreni o nell’esaurirsi nei piaceri terreni, egli dice ai suoi istinti: “fino a questo punto e non oltre”. Per lui c’è il godimento controllato di questo mondo, con sufficiente tempo, pensiero e forza per studiare dei grandi vangeli e per la pratica di entrare nel Silenzio.
15.24.3.165Quando il Cristo insegnava che chi trova la vita deve prima perderla, intendeva semplicemente dire che deve perdere i propri attaccamenti.
15.24.3.183Il detto di Gesù “venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e vi darò il riposo” significa: “Mettete da parte i vostri pesi fatti di attaccamenti, desideri, pensieri; e rimarrà solo la vera natura dell’Egoità, e avrete la vera pace, il riposo dalle pesantezze dell’io.
15.24.3.185Egli si sente distaccato quando si libera dalla tendenza universalmente sentita di collegare qualsiasi esperienza al suo ego personale. Il distacco lo porta fuori da se stesso e lo salva dall’essere emotivamente coinvolto dal suo ambiente.
15.24.3.189Coloro che cercano di trattenere il Tao lo perdono, dichiarò Lao Tzè. Perché? Perché stanno utilizzando la volontà, la loro volontà personale invece di diventare passivi e permettere al Tao di usare loro, le loro menti ed i loro corpi come se fossero strumenti. Questa eliminazione della propria volontà è quanto intendeva Gesù quando consigliava ai suoi seguaci di perdere la propria vita per ritrovare la propria.
15.24.3.199Essere testimoni di ciò che accade intorno a lui senza esserne influenzato, o di ciò che accade a lui senza esserne coinvolto – questo è parte della sua pratica di distacco interiore.
15.24.3.205Egli diventa spettatore non solo degli altri, ma anche di se stesso. Se tale distacco è raramente sentito, è perché è raramente cercato.
15.24.3.206Praticare il vivere nel mondo ma non essere del mondo implica il divenire spettatore non solo del mondo ma anche di se stessi. Fin quando egli si perde nell'esperienza del mondo, fino a quel punto egli perde la sua auto-conoscenza.
15.24.3.207Quando egli riuscirà a ritirarsi mentalmente a suo piacimento da una situazione in cui si trova coinvolto insieme ad altri, in modo da considerare tutti in quel gruppo, incluso lui stesso, con calma imparzialità, allora sarà andato lontano.
15.24.3.212Dissociati dalla persona che deve andare avanti con il sogno/dramma della vita. Egli è costretto ad agire, ma tu puoi praticare al tuo interno tale dissociazione.
15.24.3.213Col tempo egli potrebbe anche provare un certo divertimento ad osservare la propria recitazione sul palcoscenico della vita.
15.24.3.215Egli vede la propria personalità che recita il suo ruolo sul palcoscenico del mondo, e anche se riconosce il legame di questa con se stesso, la sente come oggetto, come “altro”.
15.24.3.216Più e più volte egli avrà la straordinaria sensazione di guardare giù sul gioco della vita umana come dal picco di un’elevazione mentale. Vedrà i giocatori – milioni di giocatori – che combattono con veemenza per scopi banali, e sforzarsi dolorosamente per quelli futili. Vedrà quant’è meschina la somma totale di ogni attività vitale, quanto sia vuota di grandezza mentale e di splendore morale. E, vedendo, l’aspirazione si rivolgerà di nuovo nella propria mente alla Ricerca con una devozione incrollabile.
15.24.3.217Adottando l'atteggiamento del testimone egli crea una distanza tra le attività del giorno e se stesso. Ciò lo aiuta a metterle sotto controllo, previene che esse sommergano completamente la sua ricerca, e preserva ogni forma di pace interiore egli abbia raggiunto.
15.24.3.222Per quanto riguarda gli errori del passato, dimenticali e comincia da capo, come se fosse il primo giorno in questo corpo; ma per quanto riguarda i tuoi contatti del presente sii gentile con loro, come se fosse il tuo ultimo giorno in questo corpo.
15.24.3.226La storia personale che se ne è andata – lasciala andare veramente, e liberati dal passato, il quale può diventare una prigione mentale per gli incauti; impara a vivere nel senza tempo, uscendone quando il dovere chiama ma trattenendolo come tela di fondo.
15.24.3.227Non gettare nemmeno uno sguardo indietro, verso il passato pieno di errori, in quanto l’educazione impartita da esso e le sofferenze causate dalle sue conseguenze hanno portato alla forza e alla saggezza del Presente.
15.24.3.228Il passato ha terminato le sue lezioni, per cui perchè avere rimpianti? Il bere, il sesso, l'ambizione, i viaggi – sono state tutte stazioni sulla strada della comprensione. Se hanno rubato hanno anche donato, se hanno deluso ti hanno anche formato. Se il passato ha mostrato debolezze, ha anche dimostrato che puoi rimuoverle.
15.24.3.229Come può avere timore per il proprio futuro colui che sa di essere collegato con Dio, e che Dio è lo stesso ieri, e oggi, e per sempre?
15.24.3.232Sia l’ansietà riguardo al futuro che il pentimento riguardo al passato non sono in linea con lo stato di sereno distacco. Esso si eleva al di là di questi, ed è libero perfino dai cambiamenti e le pressioni della giornata.
15.24.3.233Il passato, il presente e il futuro diventano meri sogni quando vengono considerati contro lo sfondo di QUELLO. Se l'uomo riuscisse a trasferire il suo pensiero di sé alla Fonte, e continuare ad identificarsi con essa, la sua coscienza ne verrebbe trasformata.
15.24.3.240Egli sente che il tempo si è totalmente fermato, che il mondo intero ed il suo movimento è diventato una mera ombra di un pensiero, che egli è entrato nell’indicibile e illimitato silenzio.
15.24.3.248Su questo Cammino Lungo egli sta con la schiena all’Io supremo e cerca di rieducare l’ego. Sul cammino Breve egli si gira da questa posizione e guarda in faccia all’Io supremo.
15.24.3.252Quando questo guardarsi dentro si completa nello stato finale di contemplazione in modo tale che il pensiero è fermato e il respiro acquietato e si è sciolto il senso della successione, sopravviene una specie di continuum a prendere il suo posto, e l'immobilità del corpo corrisponde all'immobilità della mente.
15.24.3.255In questo momento hic et nunc, lasciando andare passato e futuro, cercando la pura coscienza in se stessa e non le identificazioni con cui la si confonde, e da cui alla fine deve essere liberata –in questo momento egli può affermare il suo vero essere e accertare la sua vera illuminazione senza riferirla a una qualche data futura.
15.24.3.256Se egli riesce a penetrare abbastanza profondamente in quell'immobilità egli raggiungerà uno stato di coscienza che è senza tempo. Dev'essere questo il riferimento nel Nuovo Testamento secondo cui non ci sarà più il tempo.
15.24.3.257… Se avrai fiducia nell’Io supremo oggi, esso si occuperà di te domani. Se riponi fiducia nell’Io supremo esso non ti lascerà mai cadere e potrai andare avanti in sicurezza. Si tratta invero del Padre “che ci dà oggi il nostro pane quotidiano”.
15.24.3.261,Egli può trovare l’Io supremo anche se è impegnato nel suo lavoro per guadagnarsi da vivere. Ma la sua partecipazione nelle attività e nei piaceri del mondo deve essere limitata. Nessuna voce di altri, se non la sua voce interiore, può dirgli fino a che punto potrà proseguire con le cose del mondo.
15.24.3.263Il destino gli fornisce delle difficoltà da cui a volte è difficile sfuggire. Ma quel che deve essere sopportato può esserlo in due modi. Egli potrebbe adattare il suo pensiero in modo tale da capire bene le lezioni dell’esperienza. Oppure potrebbe lasciarlo andare, in quanto non è indispensabile portare il peso dell’ansietà, e ricordare la storia dell’uomo nel vagone del treno che portava il bagaglio sulle spalle invece di metterlo a terra e lasciare che fosse il treno a trasportarlo. Quindi che posi il suo “bagaglio” di difficoltà e lasciamo che sia l’Io supremo a portarlo.
15.24.3.264,Egli dovrebbe lasciar andare la paura e l'ansia riguardo allo stato attuale o il destino futuro di coloro che ama. Deve fare quello che può, ragionevolmente, per proteggere l'altro, e poi concederlo con fiducia alla cura e alla custodia del potere superiore.
15.24.3.270Egli non può dipendere solo da circostanze esteriori per la propria sicurezza, anche se non dimenticherà di dar loro il giusto valore e il giusto posto. Egli sa che per una sicurezza totale egli dovrà al minimo avere la certezza della presenza protettiva dell’Io supremo.
15.24.3.273Man mano che aumenta la profondità del suo interesse per l’Io supremo, diminuisce il suo attaccamento passionale per le cose di questo mondo, e il suo interesse nei loro confronti diventa più sereno.
15.24.3.274Il credere che esista una perfetta sicurezza è senz’altro vano per quanto riguarda la vita mondana. Ma per quanto riguarda la vita interiore esiste una base certa per esso.
15.24.3.276Colui che dipende da fattori esterni sta giocando a dadi con la propria felicità. Colui che dipende dal proprio Io supremo raggiunge una serenità inesauribile.
15.24.3.279,Dal momento in cui un uomo comincia a guardare meno ai suoi mutevoli possessi esteriori e più a quelli interiori controllabili, egli comincia a guadagnarsi l’opportunità della reale felicità…
15.24.3.279,I desideri muoiono da se stessi, senza combattere, il karma giunge al termine, e la quiete dell'Io supremo si stabilisce in lui.
15.24.3.288Quando tutte le azioni giungono al fine, quando il corpo è immobile e la coscienza acquietata si ottiene ciò che i Cinesi chiamano Wu Wei, cioè in non-fare. Ciò porta una bellissima pace, perché esso è legato al non-desiderare e al non-aspirare. Il ricercatore è giunto quindi quasi alla meta,ma fino a quando questa pace non è totalmente e permanentemente stabilita in lui la ricerca deve andare avanti...
15.24.3.289,Lascia andare tutti i pensieri negativi, specialmente quelli che riguardano gli altri. Cessa di condannare e criticare...
15.24.3.289,Lascia che l’ego sia passivo nei confronti delle influenze dell’intuizione, così che le azioni siano dettate da queste ultime senza interferenze da parte del primo, piuttosto che da desideri aggressivi, e divenire quindi liberi dal karma...
15.24.3.290,L’arte della quiete mentale può essere spinta verso una profonda tranquillità interiore e attraverso la pratica può essere mantenuta nel mezzo dell’attività esteriore. Questa è la ragione per cui il valore dato al mantenere la calma è molto alto sia nello yoga che nella filosofia.
15.24.3.309,Quando tutto dentro di sé, quando i pensieri, le emozioni e i desideri vengono ridotti al silenzio, è inevitabile che anche la volontà personale verrà indotta al silenzio. Quindi ciò che deve essere fatto sarà fatto, ma verrà fatto attraverso di lui.
15.24.3.313Il neofita dovrà sempre ricordare che come la Mente-Mondo non perde né cambia la propria natura anche nel mezzo dei mondi da costruire, così egli dovrebbe attenersi con reverenza e senza alterazione al pensiero della sua propria identità mistica anche nel mezzo delle attività del mondo…
15.24.3.314,Non basta staccarsi dal mondo, nemmeno di meditare ad intermittenza sull’Io supremo. Un uomo deve rimanere ogni ora, ogni giorno stabilito nell’atteggiamento fondamentale prodotto dagli altri due.
15.24.3.322
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