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L'idea che dobbiamo attendere e ancora attendere mentre lentamente progrediamo dalla schiavitù verso la liberazione, dall'ignoranza verso la conoscenza, dalle limitazioni attuali verso una futura unione con il Divino, è vera solo se le premettiamo di esserlo. Ma possiamo anche non permetterlo. Possiamo spostare la nostra identificazione dall'io all'Io supremo nei nostri pensieri abituali, nelle nostre reazioni e atteggiamenti giornalieri, nelle nostre risposte agli eventi e al mondo. Ci siamo diretti con i nostri pensieri verso questo stato insoddisfacente; possiamo dirigere nostri pensieri per uscirne. Rimembrando incessantemente chi realmente siamo, qui, ora, in questo preciso istante possiamo renderci liberi. Perché attendere per ciò che già è?
15.23.1.1Tutti gli altri approcci al traguardo dipendono da un principio dualistico, che li pone ad un livello inferiore. Ma il Cammino Breve è non-duale: inizia e termina col traguardo stesso; la sua natura è diretta e il suo operare immediato.
15.23.1.2La coscienza che appare come persona cerca se stessa. Questa è la ricerca. Ma quando si accorge e comprende che è essa stessa l’oggetto della ricerca, la persona smette non solo di cercare fuori di sé ma perfino di impegnarsi nella ricerca stessa. A partire da quel momento si lascia trasportare dal flusso dell’Io supremo.
15.23.1.3Dobbiamo forse rifiutare le semplici affermazioni di uomini illuminati – cioè affermazioni riguardo al Cammino Breve secondo cui tu sei divino? Ne sappiamo meglio e di più noi di cose divine di quanto ne sanno loro? Perché non riusciamo ad accettare l'idea che essi stanno descrivendo non un'idea ma una scoperta?
15.23.1.5Questa è l'ultima verità – cioè che nella nostra natura più interna siamo ancorati in Dio, siamo inseparabili da Dio, e che la scoperta di questa natura paradisiaca è lo scopo più elevato della vita. Perfino adesso, in questo momento, oggi, siamo divini quanto si potrà mai essere. Quella lunga scala dell'evoluzione, che profeti, guru e maestri ci incitano a salire lentamente, laboriosamente e con dolore, non necessariamente deve essere salita, se solo teniamo presente continuamente questa verità, se rifiutiamo di lasciarla andare, se la facciamo nostra in ogni parte del nostro essere – nel pensiero, nei sentimenti, nella fede, e nell'azione.
15.23.1.6Poiché se siamo esseri divini ed eterni ora, (e chi potrebbe negarlo dopo aver avuto un'occhiata di quello stato brillante che gli viene garantito nella memoria?) allora lo siamo sempre stati. Come possiamo evolverci se siamo già esseri perfetti ed auto-esistenti? Non sembra più probabile che qualcosa di alieno è maturato intorno a noi, coprendo la coscienza più sublime; che compito del Tempo non è di crescerci ma di liberarci; che la nostra ricerca non è per uno stato più elevato ma per il nostro stato primitivo ed incontaminato, di riprenderci la nostra primitiva grandezza? Noi abbiamo bisogno di sapere, non di crescere. L'evoluzione non ci può aiutare, ma l'auto-conoscenza sì.
15.23.1.7Questo è il concetto che governa il Cammino Breve: che egli si trova nella quiete al centro dell'essere in ogni momento, che lo sappia o no, che non ha mai lasciato e che non potrà mai lasciare. Ed è così, anche in una vita passata nel fallimento e nella disperazione.
15.23.1.8L'uomo che si trova sul Cammino Breve incede direttamente per centrare il suo obiettivo. Invece di lavorare lentamente per gradi verso il controllo dei suoi pensieri egli cerca di ricordare che il sacro Io supremo è presente in questo preciso istante nella sua mente, che Esso vive in lui adesso, e non come un lontano traguardo da raggiungere nel distante futuro. Più capisce questo fatto e trattiene la sua attenzione su di esso, più si trova in grado di sentire la grande calma che ne segue la realizzazione, più i suoi pensieri di conseguenza si acquietano automaticamente.
15.23.1.9Quanto asserisce è che la verità reale già esiste nel centro più nascosto della mente dell'uomo, che può essere vista da chiunque voglia disfare le illusioni che la coprono in maniera così spessa, le passioni che la oscurano in maniera così agitata, e soprattutto quell'egoismo che la teme così profondamente. Ciò non implica lo sviluppo di qualcosa di nuovo, ma la rimozione di ciò che è vecchio. Si tratta di scoprire ciò che realmente siamo, non ciò che diverremo un giorno.
15.23.1.10Disse Pascal nel Le mistére de Jésus: “ Tu non Mi cercheresti, se non Mi possedessi. Per cui non avere ansia.”
15.23.1.11Noi non possiamo ottenere la realtà, poiché già ci troviamo in essa; ma possiamo ottenere la conoscenza della realtà. E tale conoscenza sorge naturalmente nel momento in cui riconosciamo l'apparenza come apparenza. Questa conoscenza potrebbe non essere altro che un'occhiata di un secondo, prima che la vecchia abitudine si riaffermi con potenza, ma sarà sufficiente per dirci la verità.
15.23.1.12E’ il paradosso del Cammino Breve, che inizia con la fine per poter arrivare alla fine!
15.23.1.15Le esperienze interiori sono tutte nel tempo, destinate a scomparire. Ma egli, come Coscienza che si trova dietro di loro, dietro la coscienza dell'io, è fuori dal tempo, quindi Immortale.
15.23.1.16,La divina presenza è lì, come pure di conseguenza il suo potere. Egli può ricorrere ad essa attraverso la Grazia. Allora lascia che la contempli. Ma dove la può vedere? Gesù fornisce una chiara risposta: “Il regno dei Cieli è dentro di te.” La sua speranza di soccorso può trovare realizzazione da una sola direzione: dalla parte più profonda del suo essere.
15.23.1.17Wang Yang-ming: “La nostra natura originale è puro bene. Non è possibile aggiungere qualcosa a questo stato originale. La conoscenza dell’uomo superiore serve solo a rimuovere l’oscurazione, e quindi far apparire la brillante virtù”. Inoltre: “La mente dell’uomo è paradiso, ma a causa delle oscurità causate dall’egoismo, quello stato non è manifesto. Quando tutte saranno rimosse verrà ristabilita la natura originale”.
15.23.1.18Ciò che non si è mai perduto non potrà mai essere trovato. Se un ricercatore non riesce a trovare l'Io supremo, non è a causa di fallimenti o debolezze nel suo io, ma perché è egli stesso ciò che sta cercando. Non c'è altro da cercare se non la comprensione di questo fatto.
15.23.1.19,Nel momento in cui si assume l’atteggiamento della ricerca, con l’Io supremo come traguardo da raggiungere, in quel momento l’ego e l’Io supremo vengono separati, come due cose distinte e non potranno più essere riunite. Ma lasciando andare questi pensieri, e venendosi a placare tutti i pensieri, la mente può penetrare nello stato di Quiete, e riconoscersi ancora una volta come Mente. Eppure perfino questo è inutile se manca la comprensione del fatto che il ricercatore è in realtà la ricerca.
15.23.1.20Se tu non accetti la verità salvifica secondo cui tu sei ora divino quanto potrai mai essere… allora ti poni tra coloro che, come disse Gesù, “amano l’oscurità piuttosto che la luce”, anche se protesterai contro questa classificazione.
15.23.1.21Fin quando l'aspirante assume l'atteggiamento che aspira ad unirsi con l'Io supremo, che vuole l'illuminazione spirituale permanente, non fa altro che aggiungere un desiderio a quelli che il suo io già possiede, sta ancora girando in tondo all'interno del cerchio chiuso del suo piccolo io. Non vi è via d'uscita se non dimenticarsi, di girare le spalle all'io e di guardare in maniera fissa e costante verso l'Io supremo.
15.23.1.24L’idea che dobbiamo attendere per la liberazione dall’ego e l’illuminazione dall’Io supremo, di evolverci attraverso il tempo e molte reincarnazioni è corretta, se continuiamo ad esserne incantati, ma falsa se prendiamo posizione riguardo alla realtà piuttosto che sulle apparenze: in questo momento siamo divini quanto mai potremmo esserlo, ma dobbiamo svegliarci dall’illusione e vedere questa verità.
15.23.1.25Poiché è impossibile per l'ego alla ricerca di diventare l'Io supremo, il ricercatore deve riconoscere che egli è l'Io supremo, e smettere di pensare in termini egoici di progressi lungo il sentiero, o di raggiungimento di un fine.
15.23.1.26Poiché ciò che cerchiamo è già nostro, poichè l'Io supremo è sempre qui ed ora, in realtà non c'è nessuna strada da seguire, nessun sentiero, e nessun traguardo da raggiungere.
15.23.1.28Giobbe aveva la risposta alla sua stessa domanda “Oh, se solo sapessi dove trovarLo” dentro di lui in ogni momento, ma non lo sapeva.
15.23.1.29Noi soffriamo nella illusione che dobbiamo combattere, centimetro per centimetro, per tutta la lunga strada verso il regno dei cieli. E fissiamo, con lo sguardo attonito e scettico, quando un Saggio -Indiano, Cinese o Giapponese – ci dice che già ci troviamo lì.
15.23.1.30Non c'è niente da ottenere qui , solo qualcosa da accettare - il fatto della tua divinità.
15.23.1.31Perché continuare a sperare per un giorno lontano quando si raggiungeranno la pace e la verità? Perché non strappare via drasticamente tutte le illusioni di auto-identificazione con l'io e riconoscere che la vera identità è già stata realizzata?
15.23.1.32Il divino è realmente dentro di noi ed è sempre stato lì...
15.23.1.33,Questa identificazione con l'Io supremo è il vero compito che ci è stato impartito, il vero scopo per cui ci serve la vita umana nel mondo. Tutto il resto è una comoda via di fuga, un mezzo per tenerci occupati in modo tale che la coscienza non debba occuparsi del dovere centrale per cui siamo chiamati.
15.23.1.36Lo spostamento verso il Cammino Breve richiede un balzo tremendo dal suo attuale punto di equilibrio – qualsiasi esso possa essere – a quello più alto possibile.
15.23.1.41C'è speranza se solo egli è determinato a svegliarsi e ricominciare da capo, a sostituire il negativo con il positivo e a concedere di più di se stesso al Cammino Breve.
15.23.1.44Se, ai vecchi tempi in cui sul Cammino Lungo controllava ogni giorno le proprie sensazioni personali quando erano ostili, negative o di condanna nella sua relazione con gli altri, o quando esse interferivano con la sua calma interiore nella sua relazione con se stesso, ora sul Cammino Breve egli abbandona questa pratica. Non è più la cosa realmente importante, perché era una preparazione dell'ego per quella cosa – cioè dimenticare e trascendere l'ego trasferendo l'attenzione alla rimembranza del proprio essere divino, l'Io supremo.
15.23.1.45I pensieri dell’uomo sul Sentiero Lungo troppo spesso riguardano il suo sé personale, troppo poco spesso il suo Io supremo. Il sacro punto di svolta verrà raggiunto quando egli distoglierà lo sguardo da sé con perseverante fede.
15.23.1.46L’uomo sul Cammino Lungo che si preoccupa dei suoi peccati ed è felice delle sue virtù cede il posto all’uomo sul Cammino Breve che non si preoccupa per nessuno dei due – perché entrambi sono sfaccettature dell’io – bensì cerca di comprendere, riverire e contemplare l’Io supremo.
15.23.1.48Egli si scontra con l’inevitabile limitazione del suo io personale e, sia nella meditazione che nella vita pratica, gli gira le spalle, apre gli occhi e riconosce la Presenza dell’Io supremo, sotto forma del suo angelo custode, mai assente. Con l’atto del vedere egli riceve anche la sua Grazia. Una dopo l’altra cadono nelle sue mani le virtù, facilmente, come frutti maturi.
15.23.1.49Questo progresso attraverso una serie di atteggiamenti ci porta alla fine a qualcosa che li trascende completamente – un trasferimento della coscienza dall'ego all'Io supremo.
15.23.1.50E’ a questo punto che ha la necessità di giungere diritto alla fonte della grazia divina, di rompere la sua alleanza mentale con l’ego ed iniziare una gioiosa dipendenza dall’Io supremo.
15.23.1.52Mentre la mente dell'uomo è piena di se stesso egli chiude fuori l'influsso dell'Io supremo. Ciò è vero sia durante la meditazione che in tempi ordinari. Egli deve svuotarsi di tutti gli interessi terreni, di tutte le preoccupazioni personali, e alla fine anche di tutte le sue egoistiche aspirazioni spirituali, trasferendo la sua attenzione a ciò che si trova al di là dell'ego. Egli dovrà pensare solo all'Io supremo – alla sua natura e ai suoi attributi, ai suoi simboli e segni della sua presenza, alla sua realtà e alla sua eternità.
15.23.1.53Egli può ripudiare quell'uomo che è stato nel passato... Può liberarsi delle vecchie immagini che aveva di se stesso e assumerne una nuova, può divenire un uomo nuovo. Poiché egli può voltare le spalle a tutti gli atteggiamenti concernenti l'ego e trasferire i suoi pensieri, la sua auto-identificazione all'Io supremo.
15.23.1.54,Non è cosa buona vivere in ricordi malsani di quel che non avremmo dovuto fare e abbiamo fatto, e senza mai metterci un punto finale. Tale auto-flagellazione ripetuta mantiene l'io immerso nel proprio piccolo cerchio. E' meglio voltar loro le spalle e vivere nel raggio di sole dell'Io supremo.
15.23.1.55Causare l’intuizione riguardo all’Io supremo richiede una rivoluzione interiore, un rintanarsi psicologico al di sotto dell’intera coscienza dell’ego, verso quel luogo segreto da cui sorge.
15.23.1.56L'intero percorso del Cammino Lungo è un tentativo di auto-miglioramento e di auto-purificazione programmato, gestito, operato e controllato dall'io stesso. E' concepibile che l'io lavori per la propria distruzione? No! Non lo farà mai, per quanto possa fingere di farlo....
15.23.1.57,Perfino quando l’ego si ribella contro se stesso sta recitando un ruolo. Ha recitato molti ruoli diversi nel passato. Apparire come ribelle è solo un nuovo travestimento di quella serie.
15.23.1.57,Qualsiasi sfrondatura dell’ego è di poco valore, poiché non appena viene rimossa una manchevolezza una nuova spunterà fuori dal suo stato di latenza. Perché? Perché l’ego è. Il Cammino Breve è l’unico genuino approccio alla verità, l’unico che offra la vera possibilità di liberazione…
15.23.1.57,Il Cammino Breve richiede un ben definito cambiamento di mentalità, un pensare pensieri del tutto nuovi, un fissare l'attenzione sullo scopo finale piuttosto che sulla via che ad esso conduce. Richiede una rivoluzione, uno spodestare l'io dall'essere il centro dell'attenzione sostituendolo con l'Io supremo.
15.23.1.58La base delle pratiche del Cammino Breve è che la mente è come un cristallo trasparente che assume il colore di ciò che è portato in prossimità dello stesso. Spostando la mente dall’ego, anche dal suo miglioramento, e portandolo sull’Io superiore eleva i risultati.
15.23.1.59Il Cammino Breve offre la via più rapida per le benedizioni della gioia, della verità, e della forza spirituali. Poiché visto che tali cose sono presenti nell'Io supremo, e poiché l'Io supremo è presente in tutti noi, ognuno di noi può proclamarle come cose proprie, attraverso la dichiarazione diretta della sua vera identità. Questa semplice azione richiede che egli si volti, che abbandoni la dipendenza dal sé personale, e guardi verso la Fonte originale da cui scorre la sua vera vita e il suo essere, la sua provvidenza e la sua felicità. Ignorando tutte le idee contrarie che il mondo esteriore gli butta addosso, sdegnando le emozioni e i desideri dell'ego che le riguardano egli “prega senza sosta” a quella Fonte. Cioè egli si tiene interiormente concentrato su di essa, fin quando non sente le sue qualità liberatorie e si espande nelle sue glorie solari.
15.23.1.60Sul Cammino Breve egli non deve dare occhiate dietro di sé, verso l’ego, non si deve più umiliare identificandosi con quel sé fraudolento. Egli deve attaccarsi a questo suo nuovo atteggiamento con l’ardore di un nuovo convertito.
15.23.1.61Lasciatelo guardare al di là dei propri difetti, alla perfezione che è nell’Io supremo, la vera immagine di se stesso in cui Dio creò l’uomo.
15.23.1.62Il Cammino Breve lo libera da tutti quei mordenti rimorsi riguardanti il passato, con i suoi peccati commessi ed omessi, errori e follie, sbagli e mancanze. Invece, mette la sua mente al lavoro sul loro contrario – ciò che è bello e valido, ciò che è sincero e sereno, ciò che è puro e nobile…
15.23.1.63,Giunge una fase, in meditazione o nella normale esperienza di vita, in cui deve passare dal fare, tentare e gestire le cose con il suo solo io ad una fase in cui egli può lasciarsi andare ed aprirsi alla forza superiore – quando potrà sottoporre il suo io ai suoi ordini, ai suoi comandi, ai suoi sussurri.
15.23.1.64S. Giovanni della Croce diede il seguente consiglio: “Entra nel tuo cuore ed opera nella presenza di Dio che è sempre lì presente per aiutarti. Fissa la tua attenzione piena d’amore su di Lui senza alcun desiderio di sentire o ascoltare qualcosa di Dio…”
15.23.1.66,L’auto-annichilimento del Cammino Lungo deve essere abbandonato: i suoi occhi debbono guardare in alto all’altro, più elevato Sé.
15.23.1.69Gli viene richiesto di voltare le spalle a ciò a cui ha dato tanto del suo tempo, dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti e trasferirli da ora in poi ad un livello totalmente trascendente – il Cammino Breve.
15.23.1.72On this Long Path, he stands with his back to the Overself and tries to re-educate the ego. On the Short Path he turns around from this position and faces the Overself.
15.23.1.74Arriverà il momento in cui tu dovrai volgere le spalle al Cammino Lungo per dare la tua piena attenzione, tutta la tua energia e tutto il tuo tempo al Cammino Breve. Poiché con esso giunge una nuova era quando tutto l'interesse non va all'ego, al suo miglioramento o perfezionamento, ma soltanto all'essere divino....
15.23.1.76,A questo punto cerca solo il Sé Superiore, vivi solo con pensieri positivi, rimani solo per quanto puoi con il sacro silenzio interiore, percepisci solo quella calma interiore che appartiene all'essenza della coscienza. A partire da questo istante tu non dovrai più diventare questo o quello, né raggranellare varie virtù, ma dovrai semplicemente essere.
15.23.1.76,Se la vera luce può venire solo dall’interno di un uomo, qualsiasi altro metodo esterno di portarla a lui deve essere in realtà un metodo che lo porta fuori strada.
15.23.1.78Egli vede la realtà con uno scossone. Eccola lì, dentro al suo stesso essere, che giace nel profondo, ma sempre nel suo stesso essere. Non c'è mai stata la necessità di viaggiare, di andare da qualche parte per trovarla; nessuna necessità di andare a visitare qualcuno che già l'aveva trovata, e sedersi ai suoi piedi; nemmeno di leggere qualche libro, per quanto sacro ed ispirato; né poteva dargliela un'altra persona, o un luogo, o uno scritto – doveva svelarla da solo per se stesso in se stesso. Gli altri potevano guidarlo a guardare dentro di sé, risparmiandogli la fatica di cercare da altre parti. Ma solo lui poteva dare la necessaria attenzione a se stesso. La scoperta deve essere solo sua, fatta nell'immoto centro del suo essere.
15.23.1.79Qui, su questo Cammino Breve, egli deve dirigere le sue voglie e le sue ricerche, le sue speranze e i suoi pensieri soltanto all'Io supremo. Niente e nessuno, nemmeno un guru deve interferire.
15.23.1.85E’ spesso consigliabile essere la propria guida, studiare libri meritevoli, usare la preghiera e la meditazione, e seguire la direzione del proprio Sé Superiore.
15.23.1.87Qual'è la chiave per il Cammino Breve? E' una chiave triplice. Primo, smetti di cercare l'Io supremo perchè esso ti segue dovunque tu vada. Secondo, credi nella sua Presenza, con te e dentro di te. Terzo continua a cercare di capire la sua verità fin quando potrai abbandonare tutti gli altri pensieri che lo riguardano. Non puoi acquisire ciò che già è lì. Per cui lascia cadere la falsa idea dell'io e afferma quella vera.
15.23.1.92Il Cammino Breve in sintesi è la pratica senza sosta di rimembrare di rimanere nel senza-moto, in quanto questo è ciò che lui è nel suo essere interiore e dove egli incontra la Mente del Mondo.
15.23.1.97Il Cammino Breve si basa su (a) il pensare: studio metafisico della Natura della Realtà; (b) la pratica: rimembranza costante della Realtà durante la vita di tutti i giorni nel mondo;(c) la meditazione: lasciarsi andare al pensiero della Realtà nella quiete. Noterai che in queste tre attività non si fa riferimento all'io personale. Non c'è pensiero, ricordo o meditazione su di sé, come avviene sul Cammino Lungo.
15.23.1.98Parte del lavoro sul Sentiero Breve è lo studio intellettuale della metafisica della Realtà. Questo serve per svelare per scoprire l'illusorietà dell'io, come preliminare per trascenderlo, e discriminare le sue idee, anche spirituali, dalla realtà.
15.23.1.99Nella prima e seconda fase del Cammino Breve il suo scopo è di liberarsi dall’egoismo in cui è confinata la sua coscienza.
15.23.1.100Il Cammino Breve è la vera strada! Tutto il resto è semplice preparazione per essere attrezzati a percorrerlo. Poiché con essa egli non dovrà più dirigere la sua meditazione sulle manchevolezze e le battaglie del sé personale, bensì sull'Io supremo, la sua Grazia e la sua forza. Poiché la coscienza del Reale, del Vero, del Bene e della Pace vengono solo per la sua Grazia, e attraverso questa pratica egli ne attira la discesa.
15.23.1.102Coltiva un atteggiamento più gioioso, quest'uomo sul Cammino Breve, poiché la rimembranza dell'Io supremo, che egli pratica costantemente, gli ricorda la gloria dell'Io supremo.
15.23.1.106Non basta imparare a sopportare gli altri, scusare e accettare le loro manchevolezze. Egli deve anche imparare a sopportare se stesso, e accettare le proprie manchevolezze.
15.23.1.108E' atteggiamento da Cammino Breve evitare il rimprovero censorio e la condanna nel parlare – ciò fa parte del suo più ampio rifiuto del negativo e preferenza per il positivo.
15.23.1.112Respingi ogni pensiero negativo con rigore implacabile – questa è una delle importanti deduzioni pratiche sul Cammino Breve.
15.23.1.113In momenti di esaltazione, elevazione, stupore o goduria - derivanti dalla musica, arte, poesia, dal paesaggio o altro – migliaia di persone hanno ricevuto un'Occhiata; ma solo quelli sul Cammino Breve la riconoscono per quel che è.
15.23.1.114,Il Cammino breve concentra il pensiero sul Reale, volontariamente dimentico di tutto e tutti nel mondo dell’illusione.
15.23.1.116Una fede senza limiti nel potere dell'Io supremo ad assisterlo deve essere in possesso del devoto sul Cammino Breve – in altre parole la fede sia nell'esistenza che nell'efficacia della sua Grazia.
15.23.1.121L’atteggiamento di perseguire uno scopo, di cercare una verità per quanto ammirevole nelle prime fasi della ricerca, diventa un ostacolo in questa, l’ultima fase.
15.23.1.123Quando uno si è stabilizzato almeno in parte sul Cammino Breve egli può aspettarsi non solo l’aspettato, come fanno quasi tutti, ma anche l’inaspettato.
15.23.1.124Sul Cammino Breve egli fissa la propria mente sugli attributi divini, come l'onnipervadente, sempre presente natura senza fine e senza inizio della Vita-Potenza Una, fin quando egli non venga sollevato totalmente dal suo piccolo io.
15.23.1.127Se pianta fermamente i suoi piedi sul Cammino Breve, se non si permette mai di dimenticare che il suo vero essere è nell’Io supremo, allora deve rifiutare di accettare un singolo pensiero di quelli che così spesso turbano il viaggiatore sul Cammino Lungo – pensieri di ansietà, frustrazione, preoccupazione riguardo al suo incedere. Egli ne rimane ben al di sopra.
15.23.1.129Sul Cammino Breve, invece di attaccare il sé inferiore, egli si eleva alla presenza del sé superiore. Il male in lui a quel punto si scioglierà di sua volontà.
15.23.1.132Contributo unico del Cammino Breve è che esso trae profitto dell'offerta di Grazia sempre presente dell'Io supremo.
15.23.1.134Quando il corpo e i sentimenti vengono ripuliti da metodi disciplinari, quando l’intelletto viene ispirato da esercizi di meditazione, allora uno è pronto per il Cammino Breve.
15.23.1.135Come per gli antichi Misteri pagani era richiesta una certa preparazione e una certa forma di purificazione prima dell'ammissione dei candidati, così il Cammino Breve richiede di norma un certo lavoro sul Cammino Lungo come pre-requisito. Ma non sempre, non ora.
15.23.1.138Il Cammino Breve può essere svolto solo se la fede nell’Io supremo è fondamentale e totale, e se la fiducia nell’efficacia del suo potere è forte e incrollabile.
15.23.1.140E’ l’arte di essere senz’arte, spirituali senza farlo coscientemente. E’ l’ottenimento di pace mentale senza sforzo. E’ vivere normalmente, con in più una straordinaria continua consapevolezza.
15.23.1.142Questo è il prodigio del Cammino Breve, il quale ci insegna a rifiutare immediatamente qualsiasi pensiero che cerchi di identificarci con l'ego debole e indegno. Questa è la letizia del Cammino Breve, il quale ci spinge ad accettare e trattenere solo quei pensieri che ci identifichino con il forte e divino Io supremo, o che riflettono la sua saggezza e la sua bontà.
15.23.1.143Con il Cammino Breve si emerge in un'atmosfera che è di natura e qualità completamente diversi da quelle del Cammino Lungo. E' come vedere il sole che squarcia le nuvole.
15.23.1.144Se egli guarda solo verso il suo piccolo ego per ciò di cui ha bisogno allora dovrà accettare i suoi stretti limiti, la sua dipendenza dal solo sforzo personale. Ma se guarda oltre e riconosce che la sua vera fonte di benessere è nell'Io supremo, con la sua Grazia miracolosa, egli sa che tutte le cose gli sono possibili. La speranza, l'ottimismo ed aspettative più elevate rendono la sua vita più ricca, più abbondante.
15.23.1.146,La conseguenza di questa sua auto-formazione sul Cammino Breve sarà che per tutte le questioni, problemi, situazioni e esercitazioni il suo primo pensiero sarà di portare la problematica all’Io supremo, identificarsi con l’Io supremo ed in seguito, quando ritornerà al secondo pensiero, la problematica verrà vista sotto questa luce più divina.
15.23.1.149Si può dire che il Cammino Breve sviluppa l’ispirazione ed evoca l’intuizione.
15.23.1.151,Il Cammino Breve porterà frutti sotto forma di parecchie virtù, che giungeranno per proprio conto senza che egli provi ad ottenerle. In questo modo lo aiuteranno a calmare le sue passioni e disciplinare il suo io, anche se i suoi pensieri e le sue meditazioni non si riferiscono ad esse.
15.23.1.152Anche senza fare speciali sforzi per trattare certi tratti indesiderabili, alcuni di essi tenderanno a scomparire solo perché non viene concessa loro l’attenzione. Questa è una delle conseguenze del seguire il Cammino Breve.
15.23.1.155L’Io supremo è sempre lì; non ci ha mai lasciati, ma deve essere cercato ardentemente, sottilmente e amorevolmente.
15.23.1.159Solo il Cammino Breve può cambiare l’aspirazione in conquista, poiché esso è il solo che offre la Grazia.
15.23.1.163Uno dei vantaggi del Cammino Breve è che chiunque lo intraprenda fino in fondo elimina i suoi complessi di colpa e la sua sofferenza riguardo al passato, ai suoi errori e ai suoi peccati.
15.23.1.167Sul Cammino Breve egli fa poco per liberarsi di una debolezza, di un desiderio, di una passione. Essa va, cade per propria volontà, se egli guarda al Sé Superiore piuttosto che al gestire il proprio io per salvarlo. E’ in questo modo spontaneo che anche l’atteggiamento di distacco comincia ad apparire nel suo carattere, poco alla volta – ma anche a volte subitaneamente – e diventa stabile…
15.23.1.168,Questo è il paradosso del Cammino Breve, che da una parte egli pratica l’esercizio di giocare al gioco di essere illuminato, e dall’altra di confessare liberamente le sue colpe, limitazioni, debolezze ma altrettanto liberamente accettandole. Per cui una strana pace mentale si stabilisce dentro di lui e si naturalizza. Ma non si tratta di una pace spuria: essa rifiuta la preoccupazione e l’ansia e nega la paura.
15.23.1.169Egli è entrato in una nuova e più felice fase della sua vita. I problemi del passato sono scomparsi. La porta verso una luce interiore è sempre pronta ad aprirsi con una sua spinta.
15.23.1.172Il Cammino Breve rende possibile per l’uomo più ordinario – per quanto possa essere impreparato o non formato – di trovare la compiutezza spirituale.
15.23.1.176Quando diventa naturale e quindi facile, continua e quindi ben stabilita la meditazione diventa completamente fruttuosa. Ma questo è possibile solo sul Cammino Breve.
15.23.1.178Il Cammino Breve gli da' la possibilità di un nuovo inizio, di ottenere una nuova ispirazione, più gioia.
15.23.1.180
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