The Library
Quando potremo pienamente accettare la verità secondo cui Dio è il governatore e gestore dell’universo, che la Mente-Mondo è dietro e controlla l’Idea-mondo, allora potremo cominciare ad accettare le verità parallele che tutte le cose e le creature sono giustamente curate e che tutti gli eventi hanno luogo grazie alla volontà divina. Questo alla fina porta a comprendere che l’ego non è in realtà colui che fa, anche se ha l’illusione di fare, di lavorare, di agire. L’applicazione pratica della comprensione metafisica è nel mettere a terra i nostri bagagli del vivere personale e lasciare che sia la Provvidenza a portarli per noi: questo è l’arrendersi dell’io al divino.
12.18.4.2E’ quando un uomo si butta giù, finalmente ammettendo che non può più andare avanti che dovranno cambiare sia lui che la sua vita – è a questo punto che egli è vicino alla guida e all’aiuto dell’Io supremo, se solo sarà in grado di riconoscerli e pronto ad accettarli.
12.18.4.7Esiste una panacea a tutti i problemi: bisogna rivolgerli tutti all'Io supremo. Questo è un atto coraggioso; richiederà tutta la tua fede e tutta la tua comprensione, ma i risultati sono provati. Ma questi non sono disponibili per i pigri inconstanti e i sognatori oziosi, per gli insinceri e aspiranti imbroglioni dell'Io supremo, o per i ricercatori superstiziosi di qualcosa per niente.
12.18.4.9Egli arriverà al punto di gettar via il fardello di cercare di fare sempre qualcosa per il proprio sviluppo spirituale, il fardello di credere che esso poggi interamente sulle proprie spalle.
12.18.4.12Se non riesci a vedere il modo giusto per trattare il tuo problema, se prendere la giusta decisione o affrontare una situazione difficile sembra troppo per te, se tutte le normali guide per un’azione risultano essere insufficienti o inutili, allora è giunto il momento di porgere il problema al Potere Superiore.
12.18.4.14... Quando egli abbandona ogni fiducia nella propria natura e non si attacca più alle speranze personali allora sta veramente lasciando andare il suo ego. Ciò gli offre la possibilità di essere disponibile alla grazia.
12.18.4.15,L'abbandono al sé superiore di qualsiasi problema non appena esso sorge, la rinuncia alla propria volontà sull'argomento e la prontezza ad accettare la guida intuitiva comunque e quando essa si presenti forniscono una tecnica superiore e concedono risultati migliori rispetto ai vecchi metodi di sola gestione intellettuale e pianificazione personale.
12.18.4.17Fin quando egli ha più timore di lasciar andare l'io di quanto sia desideroso di ottenere la coscienza che gli sta dietro, fino ad allora egli vivrà in questa oscurità.
12.18.4.18Avendo lavorato su di sé al massimo, ma trovando che una coscienza spirituale stabile ancora gli sfugge, egli non ha alternative se non di sottoporre ogni sua ulteriore crescita ad una potenza superiore della propria volontà e quindi attendere e lasciarla lavorare su di lui.
12.18.4.20Se concentriamo la nostra attenzione solo sulle miserie e i dispiaceri che ci affliggono, allora dobbiamo dipendere dal nostro intelletto per trovare una via d’uscita. Se invece rivolgiamo la nostra concentrazione in un’altra direzione, quella dell’Io supremo, e depositiamo lì i nostri problemi, otteniamo una nuova fonte di possibile aiuto nell’affrontarli.
12.18.4.24Quando sembra umanamente impossibile far di più in una situazione difficile, abbandonati al silenzio interiore e attendi un ovvio segno di guida, o un rinnovo della forza interiore.
12.18.4.25Alla fine, dopo molte ribellioni, impara ad aver fiducia in Dio e ad accettare la tua sorte, come un vecchio.
12.18.4.26Arrendersi significa conoscere le proprie incompiutezze e mettere la propria vita in mani più sagge.
12.18.4.27Il passaggio dalla disperazione più nera alla pace guaritrice comincia con l'imparare da parte sua a “lasciar la presa”. Ciò può riferirsi alle immagini menomanti del passato, alle dure condizioni del presente, o alle nere previsioni del futuro. A questo punto verso cosa si può rivolgere il sofferente? Verso l'Io supremo e il suo potere divino.
12.18.4.29Egli ha cercato di gestire da solo la propria vita in tutti questi anni, ma i risultati sono stati troppo spesso deplorevoli. Non sarebbe ora di mettere tutto nelle mani dell’Io supremo?
12.18.4.31Quando egli ha esaurito tutti i mezzi per trovare una giusta e ragionevole soluzione al suo problema, è tempo di consegnarlo al sé superiore…
12.18.4.32,Ogni volta egli frantuma con pazienza un pensiero sbagliato o sciocco, aggiunge qualcosa alla sua forza interiore. Ogni volta che affronta coraggiosamente una disgrazia con una calma valutazione della lezione che essa porta egli aggiunge qualcosa alla sua saggezza interiore. La persona che si è così saggiamente arresa in modo auto-critico può andare avanti con un senso di sicurezza esteriore e certezza interiore, speranzoso e senza paura, perché ora è consapevole della benigna protezione dell'Io supremo...
12.18.4.33,La vita è una battaglia per tutti; solo i saggi combattono senza l’io, ma combattono anch’essi. Debbono farlo perché l’elemento avverso nella Natura è sempre in guerra, buttando giù ciò che hanno costruito, stimolando il conflitto dove c’è pace, e imprigionando le menti quando essi le conducono alla libertà.
12.18.4.34,Questo lasciar la presa riguardo al futuro non deve implicare ozio o letargia. Implica invece la resa di inutili preoccupazioni, l’abbandono di inutili ansietà.
12.18.4.37La dichiarazione del novizio secondo cui egli affida la sua vita nelle mani del Signore non basta, poiché se continua a ripetere gli stessi sciocchi giudizi e le stesse condotte riprovevoli di prima del suo impegno la sua vita resta sempre nelle mani dell’ego. Se il suo impegno sarà efficace dev’essere accompagnato dal dovere dell’auto-miglioramento. La resa alla potenza superiore non lo solleva da questo dovere; al contrario, lo costringe più di prima al suo espletamento…
12.18.4.39,Concedersi al Se supremo è una cosa; una apatica rassegnazione alla vita è un’altra. Quell’azione unica partorisce o è la conseguenza di intuizione mistica; l’altra semplicemente chiude fuori o previene il sorgere di quell’intuizione.
12.18.4.41Noi a parole stiamo molto attenti al tema del fare la volontà di Dio; centinaia di scrittori, oratori e uomini di chiesa ne celebrano le lodi; ma quanti pochi colgono l’opportunità pratica di esprimerne realmente il significato rinunciando all’io.
12.18.4.44Se il problema viene realmente affidato al Potere Superiore la persona ne viene liberata. Ciò rimuove la sensazione di esserne oppressi. Ma se questa sensazione rimane ancora allora egli si è illuso, egli non lo ha veramente passato di mano se non esteriormente, con parole farfugliate.
12.18.4.48L'abbandono all'Io supremo non deve essere interpretato erroneamente come un lasciarsi andare alla letargia, alla mancanza di iniziativa, all'assenza di sforzo. Significa che prima che sorga l'iniziativa o venga fatto lo sforzo l'uomo guardi all'Io supremo per l'ispirazione. Quando la guida interiore e il pensiero razionale parlano con una sola voce allora egli può procedere con un progetto, una fede, un' attività sicuro, fiducioso e senza timori.
12.18.4.50Questo suo rivolgere un problema o una situazione a Dio potrebbe essere reale umiltà, come pure una vigliacca evasione da una decisione spiacevole o da un’azione difficile.
12.18.4.53La resa di sè non significa arrendersi all’ego di qualcun altro, ma all’Io supremo. Cedere la propria volontà semplicemente per eseguire la volontà di qualcun altro è debolezza personale, non forza spirituale.
12.18.4.57,E’ suo compito far tutto ciò che richiede la saggezza pratica in ogni circostanza, ma dopo averlo fatto, abbandonare i risultati alla potenza superiore, nel bene o nel male.
12.18.4.68Il prerequisito indispensabile per l'illuminazione mistica è la resa di se stessi. Nessun uomo può riceverla senza pagare questo prezzo...
12.18.4.70,Se un uomo riesce a rinunciare alle sue paure e alle sue ansie offrendole al Sè superiore, perché è convinto che egli è meglio in grado di gestire i suoi problemi del suo io egoistico, perché egli crede nell’affidarsi alla sua saggezza piuttosto che alla propria stupidità, eppure non sfugge dalle lezioni implicite in quei problemi, la sua resa diviene un atto di forza, non di debolezza.
12.18.4.73…Non dovremmo forse cercare la lezione dietro a ciò che ci viene inviato e cooperare con esso in modo intelligente? Così la volontà dell’Io superiore diventa veramente la nostra…
12.18.4.74,Non dobbiamo aspettarci che l’uomo possa dare quel che non è ancora pronto a dare. Solo nella misura in cui egli riconosca uno scopo più elevato da compiere egli rinuncerà quell’ego che impedisce quel compimento.
12.18.4.77La sua destinazione è anche la sua fonte. Ma se tu dici che egli è nato nello Spirito eterno sorge la domanda come può il tempo, che viene posto al di fuori dell’eternità, portarlo nell’eternità. La risposta è che non lo porta lì, bensì lo educa a cercare, e lo prepara a passare attraverso l’apertura attraverso la quale potrà fuggire. E’ necessario sottolineare che essa si trova nel punto in cui l’ego si arrende totalmente all’Io supremo?
12.18.4.85Egli deve sacrificare tutte le sue emozioni inferiori sull’altare della ricerca. Lì deve porre rabbia, lussuria, avidità, egoismo aggressivo e ogni volta che sorge una situazione dove l’una o l’altra di queste mostra il suo brutto volto. Debbono essere tutte bruciate costantemente, anche poco alla volta, ogni volta che appare quest’opportunità. Questo è il primo significato di resa al sé superiore.
12.18.4.87Nessun candidato poteva entrare nella Stanza del Re e ivi essere iniziato ai Grandi Misteri senza chinarsi in emblematica sottomissione sotto al basso portone d’ingresso. Poiché nessun uomo potrà raggiungere lo stato dell’adepto senza la resa del suo egoismo personale e della sua natura animale.
12.18.4.88Dal giorno che egli abbandona l’atteggiamento egoistico egli non cerca alcun credito, non si assume alcun merito. Per cui Lao Tzè dice: “I piu avanzati nel Tao sono i meno apparescenti degli uomini”.
12.18.4.89Non cercare di utilizzare un potere personale. Piuttosto poniti in meditazione e tranquillizza sempre più la personalità, fino a quando potrai allontanarti totalmente da te stesso. Rivolgi la questione all’Io supremo con perfetta fiducia che esso ha tutto il potere necessario per gestire la situazione nel migliore dei modi. Avendo fatto ciò, tu personalmente non fare altro, evita la benchè minima interferenza. Sii semplicemente lo spettatore silenzioso dell’attività dell’Io supremo, che saprai sta avendo luogo dai risultati visibili, in quanto i suoi processi sono misteriosi e al di là di qualsiasi visione umana.
12.18.4.90Non permettere all’io di gestire la tua vita nel mondo. Non permettergli nemmeno di gestire la tua ricerca della verità! Esso è difettoso e fallibile. Meglio gettare il tuo fardello sul sé superiore e incamminarti per fede, non sapendo dove stai andando e non vedendo qual è il futuro.
12.18.4.91Quando qualcuna ho veramente reso l’io, la vecchia vita dei calcoli andrà avanti senza di esso. Egli non terrà niente per sé ma affiderà tutto all’Io supremo. Un potere superiore organizzerà i suoi giorni e pianificherà i suoi anni.
12.18.4.93Il miglioramento del carattere e l'elevazione della condizione morale sono le fondamenta di ogni lavoro spirituale.
12.18.4.94,Un vecchio testo sanscrito, il Tripura, dice: “Di tutti i requisiti la Grazia Divina è il più importante. Colui che si è totalmente arreso al suo sé più grande è sicuro di conseguirlo rapidamente. Questo è il metodo.”
12.18.4.94,Senza la Grazia divina, dicono i Sufi, l’uomo non può ottenere l’unione spirituale con Lui, ma essi aggiungono che tale grazia non viene trattenuta da coloro che la bramano con fervore.
12.18.4.94,Più egli diventa cosciente di quella cosa in lui che lo collega all’ Idea-Mente, più diventa cosciente di un potere superiore dietro alla vita del mondo, una intelligenza suprema dietro al destino del mondo. Di conseguenza essa è dietro anche al suo destino personale, che gli porta quello di cui ha veramente bisogno per realizzare il vero scopo della sua esistenza terrena. Avendo realizzato ciò egli sarà pago di cederla alla volontà di Dio, di abbandonare qualsiasi ansia per il futuro, ogni rimuginare riguardo al passato, tutto l’agitarsi riguardo al presente.
12.18.4.95Nessun uomo può penetrare nell’essere dell’Io supremo e rimanere un individuo centrato nell’ego. Sulla soglia dovrà donare l’ego in totale resa.
12.18.4.96Sarai riuscito a cedere la questione o il problema se appaiono certi segnali: primo, assenza di ansietà o cruccio; secondo, assenza di stress o tensione; terzo, nessun pensare e rimuginare al riguardo.
12.18.4.98Se egli vuole la Grazia tutta intera deve arrendersi totalmente. Non deve chiedere altro se non di essere portato pienamente da e dentro l'Io supremo. Chiedere poteri occulti di qualsiasi genere, anche quelli denominati poteri spirituali di guarigione, è chiedere qualcosa di meno di questo.
12.18.4.100Tutto quel che accade nel mondo intorno a lui, egli formerà i suoi pensieri e sentimenti in modo da mantenere la sua conoscenza dell’Idea-Mondo, e la sua visione della sua armonia, sempre con lui.
12.18.4.101Se egli rivolge il suo problema all'Io supremo con fiducia senza riserve, a partire da quel momento non deve più permettersi pensieri di dubbio o di paura. E se essi ancora bussano alla sua porta egli deve rispondere ricordandosi la sua resa.
12.18.4.104Il reale significato dell’ingiunzione, così spesso espressa da profeti spirituali, di rinunciare all’io non è di tipo umanitario e non concerne le relazioni sociali con gli altri uomini. E’ piuttosto di tipo psicologico, un consiglio di trasferire l’attenzione dall’ego superficiale a quello più profondo, di cedere all’ego personale per trasferirsi all’Io supremo impersonale.
12.18.4.107Il vero significato di queste costanti ingiunzioni a praticare uno stato di non-io non è morale ma metafisico e mistico. E’ fare a meno dell’ordine inferiore del vivere e pensare in modo tale da salire a quello più elevato.
12.18.4.109E' il povero io che si preoccupa e combatte per avvicinarsi alla perfezione. Ma come può l'imperfetto trasformarsi in perfetto?Lasciate che smetta di preoccuparsi e che si lasci andare semplicemente al sempre perfetto Io superiore.
12.18.4.112Otterremo la resa totale dell'io solo quando cesseremo di identificarci con esso. In questo aspirare si trova la chiave per un metodo pratico per raggiungere l'obiettivo.
12.18.4.117Pratica il rinvio di dubbi, domande, richieste alla Potenza Superiore. Non dipendere solo dall’io.
12.18.4.121Rivolgersi alla Potenza superiore ed attendere pazientemente la sua direzione e il suo appoggio è buona pratica, ma bisogna ricordare che ci si può rivolgere alla Potenza superiore solo voltando le spalle all’ego.
12.18.4.124Egli inizia col rivolgere i propri problemi all'invisibile Potenza superiore; finisce col porgergli se stesso. Ciò viene anche definito come “arrendersi a Dio” e “trovare rifugio solo in Lui”.
12.18.4.125La mente finita dell’uomo non può prendere possesso del Potere Infinito, così come il piccolo cerchio non può contenere quello grande. Nel punto in cui i due entrano in contatto deve esserci la resa, la resa di sé, la volontà di lasciare andare il proprio centro dell’io, il proprio istino di auto-conservazione.
12.18.4.126Morire a se stessi è lasciar andare tutti gli attaccamenti, incluso l’attaccamento al proprio ego personale. In un certo modo è come andar via dal corpo di carne.
12.18.4.127Quanto egli deve necessariamente fare è di abbandonare le sue paure e le sue ansietà, per se stesso o quanti gli sono cari, o anche riguardo a coloro che, secondo il suo pensiero, vogliono fargli del male. Egli deve abbandonare tutto ciò a Dio e liberarsene, poiché abbandonare l'io significa proprio questo. A questo punto non avrebbe più alcuna necessità di pensieri negativi: essi sarebbero rimpiazzati dalla profonda fede secondo cui tutto andrà bene per lui. Nella misura in cui egli saprà abbandonare il suo piccolo io con i suoi desideri e le sue paure, così egli riuscirà ad invitare ed attirare l'aiuto divino nella sua vita.
12.18.4.129La Grazia viene per tempo, se lo si vuole fortemente, e allora egli può uscire dall'ombra ed entrare nella luce del sole, ed una feconda certezza sorge nel suo cuore. Naturalmente questo non può essere esclusivamente il frutto di uno anelito metafisico, bensì di uno sforzo integrale e coordinato tra pensiero, sentimento e azione...
12.18.4.131,La resa della propria vita all'Io supremo non dipende totalmente dai propri sforzi. Egli non può farla accadere come e quando vuole. Però può causare la venuta delle condizioni pre-requisite perché essa si manifesti. Egli può bramarla con fervore, ma l'ultima parola spetta all'Io supremo, alla Grazia...
12.18.4.131,Noi ci arrabattiamo per trovare Dio, bramiamo per ciò che sembra irraggiungibile, e non dobbiamo trattenere niente, dobbiamo cedere tutto, rendere tutto fino a quando l’ego non si sciolga con tutte le pastoie che gli appartengono.
12.18.4.132Se noi ci rivolgiamo al potere superiore, e abbandoniamo ad esso il nostro personale futuro spirituale, allo stesso momento dobbiamo abbandonare anche il nostro personale futuro fisico, con tutti i suoi problemi.
12.18.4.135“Qualsiasi cosa tu faccia offrila a Me” Disse Krishna. Ciò implica una costante rimembranza della Potenza Superiore, che a sua volta salva coloro che obbediscono a tale ingiunzione dal perdersi nelle loro vite nel mondo.
12.18.4.136“Tutto deve essere pagato” è un detto che è ugualmente vero nel reame della vita interiore come lo è sul mercato. La resa della propria vita alla Potenza Superiore implica la resa del proprio io. Questo è un risultato quasi impossibile da ottenere se viene considerato come un atto completo e istantaneo, ma non se viene considerato come un atto parziale e graduale. Ci sono parti dell’io, ad esempio le passioni, che egli potrebbe cercare di negare prima di esser riuscito a negare l’io stesso...
12.18.4.137,Quando un uomo chiede coscientemente l'unione con l'Io supremo in modo inconscio accetta la condizione che lo accompagna, cioè di arrendersi totalmente all'Io supremo...
12.18.4.138,L’Essere Interiore sorgerà e si rivelerà non appena l’ego sarà sufficientemente umiliato, soggiogato, arreso. Di questo si può essere certi perché noi viviamo per sempre all’interno dell’Amore di Dio.
12.18.4.139Se veramente egli non vuole appigliarsi al suo ego, non deve appigliarsi a nient’altro. Non deve avere il senso di grandezza interiore, nessuna sensazione particolare di aver raggiunto un alto livello di santità.
12.18.4.140,Non appena comprenderà che la parte superiore del suo essere non solo sa incommensurabilmente più di lui riguardo a ciò che va bene per lui, ma che possiede infinitamente più potere di lui per farlo avverare, allora sarà pronto per entrare nella vita dell’abbandono... Si renderà conto che ci sono altre forze che stanno cominciando ad entrare nella sua vita e nella sua mente, e suo compito è di non ostruirle ma di lasciar loro fare il loro lavoro. Più la sua passività andrà incontro alla loro attività, meglio verrà fatto il lavoro.
12.18.4.141,Più egli cerca nelle persone e negli oggetti la sua felicità, meno egli la troverà. Più la cerca nella Mente più avrà la possibilità di trovarla. Ma poiché l’uomo ha bisogno di cose e persone per rendere tollerabile la sua esistenza, il mistero è che quando egli ha trovato la sua felicità nella Mente sia le une che le altre trovano il modo di venire da lui di loro volontà per completarla.
12.18.4.143,Colui che ha il coraggio di mettere per prime le cose più rilevanti, di cercare la realtà interiore che è duratura e senza cambiamento qui troverà una felicità perpetua, da cui niente potrà rimuoverlo. Avendo ottenuto ciò questo non gli impedirà di cercare e trovare le felicità minori e terrene. Solo che egli le porrà in una posizione subordinata e secondaria perché esse sono necessariamente imperfette, passibili di cambiamento o addirittura di eliminazione…
12.18.4.143,Colui che si mette a disposizione dell’Io supremo scoprirà che a sua volta l’Io supremo lo metterà dove egli possa adempiere al meglio le sue divine possibilità.
12.18.4.144Da ora in poi egli deve lasciare che il futuro badi a se stesso, ed attendere che la volontà superiore lo raggiunga pezzo per pezzo… Sarà come attraversare un ruscello su pietre rialzate, accontentandosi di raggiungerne una alla volta in sicurezza, e pensare alle altre solo quando sono progressivamente raggiunte, e mai prima…
12.18.4.145,Il vero aspirante che ha effettuato un capovolgimento positivo della sua vita personale e mondana verso la cura del potere impersonale e più elevato, nella cui esistenza egli crede pienamente, lo ha fatto sulla base di uno scopo intelligente, forza di volontà di abnegazione, e corretta valutazione di ciò che costituisce la felicità… Ciò significherà libertà dal tormento di non sapere cosa fare, dalla necessità di ogni decisione, di ogni scelta che diventerà semplice e ovvia alla mente non appena si avvicini il suo momento. Poiché l’intuizione avrà finalmente la sua opportunità di soppiantare l’ego…
12.18.4.145,Il tormento emotivo, che si tratti di preoccupazione circa gli affari personali o del mondo, o persino riguardanti la ricerca spirituale scomparirà se si affida la propria vita totalmente all’Io supremo. E’ l’unico modo di godere della vera libertà dalle preoccupazioni: cioè la pace interiore.
12.18.4.150Le ansietà si placano e le preoccupazioni cadono quando la sua resa all’Io supremo cresce e si sviluppa nel suo cuore. E questo atteggiamento spensierato non è ingiustificato. Poiché la misura di questa resa è anche la misura di un’interferenza attiva nei suoi affari da parte del Potere Divino.
12.18.4.153Quando arriva al punto della resa, fatto ciò che ha potuto a tale riguardo come essere umano e rivolto i risultati completamente all’ essere superiore, dopo aver analizzato le sue lezioni ripetutamente e prendendole profondamente a cuore, il problema non è più suo. Egli è stato liberato da esso, mentalmente rilasciato da suo karma, qualsiasi possa essere la situazione fisicamente. Egli sa che tutto ciò che può succedere succederà per il meglio.
12.18.4.154C’è un impressionante parallelismo nel pensiero della Bhagavad Gita che conferma l’ingiunzione del Nuovo Testamento “cercate prima il regno dei Cieli e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”: Nella scrittura indiana Krishna, il Cristo indiano, ordina al suo discepolo Arjuna: “chiunque adora Me e solo Me con nessun altro pensiero all’infuori dell’adorazione di Me, prenderò su di Me la cura del suo benessere.”
12.18.4.156Una tale resa al sé superiore porta con sé lo sganciarsi da tendenze negative, la libertà da personali debolezze.
12.18.4.159L’Io supremo – quando avrai la fortuna di trovarlo – provvederà a te, ti proteggerà, ti conforterà e ti appoggerà.
12.18.4.162Non appena accettiamo l’esistenza dell’anima, la fiducia nel suo potere e il culto della sua presenza seguono per deduzione.
12.18.4.164Secondo il grado in cui egli può abbandonare la sua mente al sé superiore, fino a quel grado egli abbandona le preoccupazioni e le paure che l’accompagnano.
12.18.4.171Se egli ha realmente concesso la sua vita al potere superiore, allora non dovrà più aggrottare la fronte cercando di elaborare i suoi piani. Egli potrà aspettare un impulso interiore per dirigerlo, oppure per delle nuove circostanze a guidare le sue azione.
12.18.4.173Lo stesso potere che lo ha portato fin qui lo porterà certamente attraverso la prossima fase della sua vita. Egli deve fidarsi e abbandonare le proprie ansietà, così come un passeggero nel treno deve lasciar andare il suo bagaglio ponendolo a terra e lasciando che lo trasporti il treno. Il bagaglio rappresenta i suoi tentativi personali di pianificare, gestire, e forgiare il futuro in uno spirito di desiderio e di attaccamento. E’ come se si insistesse nel portare il peso del bagaglio da soli. Il treno rappresenta il Sé Superiore a cui l’aspirante deve affidare il suo futuro. Egli deve vivere nella Pace interiore, libero da anticipazioni, desideri, cure e preoccupazioni.
12.18.4.174Non avrà più bisogno di cercare le cose essenziali alla sua vita o necessarie al suo servizio; saranno loro che verranno a cercare lui.
12.18.4.175A questo stadio egli non ha più niente da fare che cedere il suo ego e di lasciarsi andare all’Io supremo. Fatto ciò tutto quel che conta sarà risolto, poiché da quel momento gli verrà mostrata la sua strada più lontana, e le sue azioni verranno guidate dall’Io supremo.
12.18.4.176Egli scopre che avendo ottenuto la liberazione della sua volontà dalla dominazione dell'ego, la sua libertà è arrivata così lontano che si perde e cessa di essere libera. Poiché essa svanisce sotto l'imperio del suo sé superiore, che prende possesso di lui con tale completezza e pienezza da avvolgerlorlo totalmente. A partire da quel momento la verità del sé superiore è la sua verità, la bontà del sé superiore è la sua bontà, la guida del sé superiore è la sua obbedienza.
12.18.4.184Colui che ha rivolto tutti i suoi problemi all’Io supremo non si trova più di fronte al problema di risolvere ogni nuovo problema che sorge. Egli è libero.
12.18.4.185Con questa serena accettazione della Vita, questa felice collaborazione con essa e volenterosa obbedienza alle sue leggi, egli comincia a pensare che da adesso in poi la Vita è per lui. Cominciano a succedere degli eventi, le circostanze si svolgono e i contatti si sviluppano in modo tale che tutto ciò di cui ha realmente bisogno per il proprio ulteriore sviluppo o espressione si materializza di propria spontanea volontà.
12.18.4.187La sua lotta per la sopravvivenza è terminata. A partire da quel momento la sua vita è stata affidata ad una potenza superiore.
12.18.4.189Egli sa, avendo allineato se stesso armoniosamente con quel potere superiore che supporta l'universo, che potrà sicuramente supportare quel piccolo frammento di universo che è lui stesso. Come conseguenza lo pervade una sublime fiducia sul fatto che verrà presa cura di lui nel modo migliore.
12.18.4.190Coloro che vivono sinceramente e intelligentemente secondo l’ideale filosofico come meglio possono, consegnando in continuazione l’ego all’Io supremo, ricevono una prova visibile e una meravigliosa dimostrazione della presenza e della potenza superiore nelle loro vite. Si possono permettere di aver fiducia in Dio, poiché non si tratta di una fiducia cieca.
12.18.4.192In quello stupendo stato la sensazione di tensione, lo sconvolgimento della paura, e la sofferenza dell’insicurezza scompaiono. Perché? Perché i problemi particolari di cui si trattava sono stati presi dall’Io supremo. Inoltre, non è possibile alcun pensiero negativo in quell’atmosfera di pace. Da questo possiamo dedurre un’eccellente regola pratica per la vita di tutti i giorni: porgi tutti i problemi all’Io supremo eliminandoli dalla tua mente e trasferendoli ad Esso, ma non nel modo sbagliato, rifiutando di affrontarli...
12.18.4.195,Quando un uomo ha raggiunto questo stadio, dove egli rende la sua volontà e la sua vita, e la sua mente e il suo cuore sono consapevoli di presenze divine, egli impara che è saggezza pratica non decidere in anticipo il proprio futuro, ma piuttosto lasciarlo crescere dal di dentro, come il grano dal seme.
12.18.4.288
15 feb 2021
14 ago 2019
14 lug 2014
24 apr 2022
23 gen 2022
22 mag 2015
15 dic 2011
22 giu 2013
3 ott 2015
27 giu 2015
31 dic 2011
29 dic 2014
19 set 2021
27 ott 2011
1 feb 2016
24 set 2022
6 lug 2013
13 ago 2019
10 ago 2020
24 ago 2019
24 lug 2018
28 nov 2023
2 giu 2013
8 gen 2012
5 set 2022
8 giu 2015
3 lug 2020
25 set 2014
7 giu 2024
8 dic 2021
30 mar 2019
19 dic 2015
18 dic 2014
14 lug 2016
11 apr 2022
2 mag 2020
7 mar 2019
9 set 2016
3 ott 2014
22 lug 2023
21 ago 2023
25 dic 2017
16 set 2016
30 dic 2012
4 set 2014
14 ago 2023
5 dic 2011
30 dic 2016
27 set 2018
10 gen 2012
3 apr 2013
18 ott 2023
29 giu 2015
22 dic 2011
16 nov 2015
26 ott 2016
18 feb 2012
19 gen 2013
18 feb 2013
27 nov 2017
9 dic 2019
18 mag 2014
3 nov 2015
28 mag 2014
8 gen 2015
5 ago 2020
21 dic 2016
30 giu 2019
5 feb 2024
13 gen 2017
25 set 2019
27 ott 2019
14 giu 2019
30 dic 2018
11 nov 2023
2 feb 2022
4 dic 2016
15 feb 2016
25 nov 2023
13 nov 2017
12 dic 2019
21 feb 2015
19 ago 2024
14 dic 2016
8 mag 2011
4 nov 2021
9 set 2012
21 mar 2019
28 set 2014
24 lug 2016
6 ott 2016
2 giu 2015
The notebooks are copyright © 1984-1989 The Paul Brunton Philosophic Foundation
This site is run by Paul Brunton-stiftelsen · info@paulbruntondailynote.se