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Cosa sono io? È una domanda così antica e perenne solo perché deve ottenere risposta da ogni individuo per se stesso. Se trova la giusta risposta troverà che non può trasferirla ad un altro, ma solo la sua idea, la sua ombra mentale. Anche questo potrebbe andare bene per gli altri, ma non è la stessa cosa.
2.1.3.1Egli deve volere e addirittura essere determinato a pensare e sentire in modo diverso da coloro che gli stanno accanto. Come può essere altrimenti se anche il suo scopo è diverso dal loro?
2.1.3.23Man mano che egli scende sempre più profondamente dentro di sé, le sue azioni private diventano sempre più indipendenti dai suggerimenti degli altri e più resistenti alla loro influenza.
2.1.3.35Ricorda che la consuetudine e l’abitudine sono i grandi tiranni che imprigionano la massa dell’umanità. La vera libertà è possibile solo quando qualcuno è fedele a se stesso. Non permettere a te stesso di essere ipnotizzato dalla indifferenza comune nei confronti di questi argomenti così elevati, ma sii fedele ai suggerimenti dello spirito.
2.1.3.57La persona, giovane o vecchia, che ha la mente fissa su cose superiori ai piaceri del momento e che è disposto a sacrificare un frammento del proprio tempo, della sua attenzione ed interessi a tali studi e meditazioni scoprirà che il suo rifiuto a conformarsi ai modi degli altri viene ripagato in una crescita interiore sulla strada della ricerca.
2.1.3.66E’ all’Io supremo che egli deve dare la sua devozione ultima.
2.1.3.71Se la sua mente è riempita degli insegnamenti di altri, potrebbe non dare attenzione agli insegnamenti del proprio Io supremo, ai suoi suggerimenti, alle intuizioni.
2.1.3.72Esiste un principio di insegnamento in ogni uomo, che può fornirgli qualsiasi conoscenza spirituale di cui ha bisogno. Ma prima egli deve prendere le misure adatte per evocarlo. Queste includono la purificazione del corpo e della mente, l’aspirazione di pensiero e sentimento, il silenzio dell’intelletto e dell’ego.
2.1.3.73Se egli non ha una guida personale per accompagnarlo, il Sé Superiore è ancora lì, dentro di lui, che tira, che trae, che guida o che punta, se solo riuscirà ad imparare come riconoscerlo.
2.1.3.78,Il Regno è dentro di te, non da un'altra parte, non in un ashram, nemmeno ai piedi del guru: ciò che ha detto Gesù è letteralmente corretto.
2.1.3.84L'attrazione che prova per l'uno o l'altro maestro potrebbe affievolirsi e perire, ma non la sua attrazione per Colui che ispira tutti i maestri, l'Io supremo, la quale continuerà a crescere in lui sempre più vigorosa.
2.1.3.88Ciò che apprende dal di fuori di se stesso, da un maestro o dalla tradizione, non lo porterà mai al suo pieno compimento, fin quando non lo unirà a quanto apprenderà nel silenzio della sua interiorità.
2.1.3.93Ognuno alla fine giungerà a Dio, ma verrà come persona purificata, trasformata e completamente cambiata…
2.1.3.97,Tutto ciò che può fare il maestro è di indicare la via nel labirinto; il viaggio deve essere fatto dal ricercatore stesso...
2.1.3.102,In ultima analisi esiste un solo Maestro per ogni ricercatore spirituale, ed è il suo proprio divino Io superiore. Il maestro umano potrebbe assisterlo nel senso di donargli una temporanea elevazione emotiva o una temporanea percezione intellettiva, ma non potrà mai concedere una coscienza divina permanente ad un altro individuo.
2.1.3.102,Tutti gli sforzi che lo portano fuori da se stesso sono solo concessioni temporanee e di sosta alla debolezza umana. Visto che l’anima sta dentro di lui, alla fine dovrà rivolgersi al suo interno.
2.1.3.105Ho sempre raccomandato a coloro che si sentono abbastanza forti per farlo di evitare di iscriversi a qualsiasi organizzazione, di mantenere la propria libertà, pur nel contempo studiando le dottrine di qualunque organizzazione possa interessarli, qualsiasi religione abbia catturato la loro attenzione. Tale libertà permette loro di guardare in ogni direzione, di studiare tutto, di mettere in dubbio con coraggio, di mantenere ampiezza di vedute e profondità di pensiero.
2.1.3.127Il sodalizio della filosofia non richiede alcun rituale, immersione, confessione dogmatica o prove dottrinali. E' libero e non settario. Non rinchiude nessuno, né dentro, né fuori.
2.1.3.139Poiché la vera essenza della filosofia ha solo un contenuto interiore, che deve essere sentito intuitivamente e colto intellettivamente, ma non un contenuto esteriore, non può diventare materiale di culto, un gruppo organizzato. Deve poter guidare ogni persona sulla propria strada individuale, facendolo crescere naturalmente dall’interno…
2.1.3.141,Il rifiuto di partecipare a qualsiasi chiesa ecclesiastica o società religiosa non lascia un uomo spiritualmente senza casa. Se lui si esercita con fede nella meditazione e cerca di praticare la presenza di Dio, quale “casa” migliore potrebbe avere?
2.1.3.144Se l’indipendenza della posizione filosofica gli impedisce di parlare a favore di qualsiasi particolare religione stabilita o culto mistico, gli permette di vedere tutte le religioni o culti con equanimità e distacco.
2.1.3.147La mente nella sua condizione ultima è libera ed infinita. Noi, come umani, siamo all'inizio della sua scoperta. Non poniamo passi falsi al nostro incedere, nè costruiamo ignorantemente delle barriere per bloccare la nostra visuale...
2.1.3.151,Il non avere alcun collegamento ufficiale con gruppi, sette o organizzazione mi lascia libero di aiutare chiunque, dovunque.
2.1.3.169Coloro che sono tentati a farlo possono studiare i culti pubblici, ed ascoltare i pubblici maestri, ma sarebbe imprudente unirsi ai primi o seguire i secondi. Sarebbe più saggio rimanere liberi ed indipendenti o potrebbero allontanare dal cammino filosofico.
2.1.3.176Sono parecchi i vantaggi di essere in una posizione di indipendenza intellettuale, sociale, religiosa e personale. L’opportunità da trovare la verità e, se fortunatamente trovata, di esprimerla, è certamente maggiore.
2.1.3.179HColui che dipende esclusivamente dal proprio intelletto e dalla propria forza si priva della protezione che potrebbe dargli una potenza superiore.
2.1.3.187Il loro dovere è di comportarsi da pionieri; ma se vogliono avere successo come pionieri dovranno aver coraggio per dimenticare idee retrograde e liberarsi da tradizioni morenti in modo da affrontare le nuove condizioni che stanno sorgendo...
2.1.3.195,La libertà di comandare la propria vita a modo proprio si può ottenere solo se prima si ottiene l’impavidità di ignorare le critiche e le aspettative degli altri.
2.1.3.196C'è uno strano paradosso nella ricerca, per cui se da una parte egli deve incoraggiare una certa fiducia in sé stesso dall'altra deve cedere ad un sentimento di totale dipendenza dalle potenze superiori.
2.1.3.199Quando scopre di non poter andare oltre da solo, è giunto il momento di guardare all’interno per avere più grazia o verso l’esterno per avere maggiore guida. Ha bisogno dell’una per allontanarsi dal proprio egoismo e dell’altra per allontanarsi dalla propria oscurità.
2.1.3.252Una delle più preziose qualità del carattere filosofico è l’equilibrio. Quindi il neofita non deve volersi sottomettere all’autoritarismo totale e quindi sacrificare la sua capacità di pensiero indipendente, né d’altro canto deve buttar via i frutti del pensiero e dell’esperienza di altri e fare totalmente a meno dei servigi di una guida. Deve tenere un saggio equilibrio tra questi due estremi.
2.1.3.255Sia una chiesa inspirata che un Maestro qualificato hanno il loro posto, ma è solo un posto limitato. Al di là di quei limiti niente al di fuori della sua anima divina può veramente aiutare il ricercatore spirituale. Poiché solo la sua grazia lo salva e lo illumina…Dovrà imparare ad affidarsi sempre di meno alle altre persone per il suo progresso spirituale e nel mondo, sempre di più sul suo sé interiore.
2.1.3.264,E' buona cosa cercare e accettare una guida. L'errore e l'esagerazione subentrano quando tu diventi troppo concentrato su di una singola fonte di guida.
2.1.3.265Il dovere di un aspirante di coltivare il proprio carattere morale e accettare la propria responsabilità personale non può essere sfuggita giurando fedeltà a qualsiasi autorità spirituale.
2.1.3.271La necessità di avere un istruttore è parecchio esagerata. Esiste la sua anima, pronta a condurlo a se stessa. Per questo la preghiera, la meditazione, lo studio e il giusto vivere sono sufficienti per trovare la sua Grazia. Se egli ha abbastanza fede nella sua realtà e cerca di essere sensibile alla guida intuitiva della Grazia, non avrà bisogno di un maestro esterno.
2.1.3.274Ascoltando gli insegnamenti di qualcun altro, o leggendoli, sarà soltanto una soluzione temporanea, fino al giorno in cui potrà stabilire una comunicazione con il suo proprio sé intuitivo e ricevere da quest’ultimo gli insegnamenti di cui lui, come individuo unico, ha bisogno. Da nessun’altra fonte potrà mai ottenere tale specifica istruzione adatta a lui.
2.1.3.277In assenza di un maestro che egli segua una strada solitaria, accettando tutto ciò che può imparare dalle autorità riconosciute, ma senza attaccarsi a nessuna di esse.
2.1.3.281Scoprire la verità da soli, poco alla volta, è renderla veramente propria. Essere scaraventati in essa con un tuffo da un maestro porta sempre alla possibilità di tornare in seguito al proprio livello originario.
2.1.3.289E’ necessario qualcosa di più di quanto possono dare i libri o perfino i guru. Ciò può essere trovato solo dentro se stessi. Il coraggio di cui si ha bisogno per un tale punto di vista deve essere trovato, ed è trovato, entro se stesso.
2.1.3.292Quando un uomo inizia la sua ricerca spirituale è solo grazie ai suoi sforzi individuali che fa i primi progressi. Tuttavia arriva un momento in cui i progressi sembrano arrestarsi e sembra di stagnare. Egli è giunto alla fine di uno stadio che in realtà era solo preparatorio. Quella stagnazione significa che il cammino dei suoi sforzi individuali non è più sufficiente e che ora dovrà entrare nel cammino in cui deve affidarsi alla Grazia...
2.1.3.314,Nella fase precedente l’io era l’agente per tutte le sue attività spirituali, e nel contempo forniva le motivazioni che lo spingevano verso quelle attività. Ma l’io non potrà mai essere sincero nel desiderare la propria distruzione, né potrà mai trarre dalle proprie risorse la potenza per elevarsi al di sopra di se stesso. Per cui dovrà arrivare al punto in cui cessa i suoi propri sforzi e si arrende al potere superiore che può chiamarsi Dio, o con altri nomi, o al Sé Superiore, e si affida a quella potenza per un ulteriore progresso...
2.1.3.314,La sensazione di essere isolati, di seguire un sentiero solitario è vera all'esterno, ma non all'interno, poiché egli è sempre accompagnato dall'amore discreto che sempre lo trae a sé dell'Io supremo. Basta frugare dentro di sé per saperlo da solo, e saperlo con certezza assoluta.
2.1.3.321Più alta è la vetta che si sale, più diventa solitario il sentiero. Qui c’è un paradosso, perché la solitudine esiste al di fuori del corpo, non dentro al cuore, e più cresce all’esterno meno è sentita all’interno.
2.1.3.322La cura per la solitudine è la compagnia; ma se non c’è affinità con quella compagnia, allora la cura è da ciarlatani. Questa ricetta è valida per tutti, perfino per il saggio, poiché egli trova compagnia nell’auto-presenza dell’Io supremo.
2.1.3.336Esiste una sola vera solitudine ed è quella di sentirsi tagliati via dal potere superiore.
2.1.3.340
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